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Meo sente il profumo della battaglia

di Roberto Sanna
Meo sente il profumo della battaglia

Basket, il coach del Banco a poche ore dai playoff: «Se non sei pronto per queste partite allora è meglio cambiare sport»

17 maggio 2014
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SASSARI. Cinque anni a Sassari, sempre nei playoff. La prima volta in Legadue, poi in Serie A. Meo Sacchetti evidentemente non ama andare in vacanza troppo presto, gli piace passare in campo la parte più calda della primavera e anzi si toglie delle belle soddisfazioni: una promozione in Serie A, una semifinale scudetto e due eliminazioni al primo turno contro Milano e Cantù sono il suo bottino con un bilancio complessivo di 19-14 (7-10 in Serie A). Adesso Meo ritorna su una delle sue piste preferite e il profumo della battaglia già lo esalta: «I playoff sono il momento migliore, sono quelle partite per le quali allenatori e giocatori vivono. Abbiamo svolto un lavoro atletico particolare nelle scorse settimane per essere oggi nella migliore condizione possibile, ma dal punto di vista mentale c’è poco da dire: se un giocatore di basket non è pronto per i playoff, allora è meglio che cambi sport».

Quella di lunedì con Brindisi è quasi una gara 2, vi siete già affrontati domenica e avete poco da inventare.

«Qualche aggiustamento lo puoi sempre fare ma avevo già detto venerdì scorso che sarà comunque strano ritrovarsi a pochi giorni di distanza».

Cosa cambia nei playoff?

«Cambia soprattutto l’intensità. Il nostro approccio dev’essere questo: massima intensità in campo e grande serenità mentale. La storia insegna che nei playoff non c’è nulla di scontato, abbiamo visto serie che sembravano chiuse dopo due partite e poi sono state ribaltate, è successo anche a noi lo scorso anno. E guardate che cosa sta succedendo nei playoff Nba nella serie tra Oklahoma e Clippers. Si dice che il bello del basket sia questo, una partita non è mai completamente persa oppure già vinta, ma quando ci sei dentro può non essere così divertente».

Il fattore campo quanto è importante?

«Importante sì, ma non decisivo e anche questa è una cosa che abbiamo imparato lo scorso anno contro Cantù. In casa avevamo vinto sempre bene, anche con larghi scarti, contavamo molto su questo e invece siamo usciti per un tiro».

Che cosa vi ha insegnato ancora quella sconfitta?

«Che ogni partita è un caso a sè. Perciò non dite che il nostro obiettivo è la semifinale, il nostro obiettivo è vincere la partita di lunedì. E poi sarà vincere mercoledì, non possiamo guardare troppo avanti».

Cosa troveremo di diverso lunedì?

«Poche cose. Brindisi avrà quasi sicuramente un giocatore in più e quindi rotazioni più profonde, per noi resta fondamentale l’intensità. Il quintetto piccolo? Domenica è stata la mossa vincente, ma sono situazioni che uno improvvisa durante la partita e le partite non sono tutte uguali, quindi non è detto che la stessa mossa possa sempre funzionare».

Avete Drake, l’Mvp.

«Se lo è meritato, è un ragazzo che ha fatto un certo percorso e per lui il premio è il coronamento di un campionato ad alto livello. Quando è arrivato in Italia era ancora giù fisicamente ma già alla fine dell’anno si vedeva che era un ottimo giocatore, poi ha fatto anche un percorso professionale di un certo tipo, ha toccato realtà vincenti come Siena. E sono convinto che giocare l’Eurocup sia stato decisivo per fare il salto di qualità».

Gli esperti dicono che invece abbiate avuto il peggior Travis di sempre.

«Quando si parla di lui bisogna pensare all’estate particolare che ha avuto, alla preparazione frammentata, ai tanti problemini fisici. Quando sta bene e salta l’uomo per creare per la squadra, fa la differenza. E si è visto in alcune circostanze anche quest’anno».

Pronostico secco per i playoff.

«Milano su tutte. Dall’altra parte, attenti a Reggio Emilia e anche a Roma».

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