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«Nei playoff basta distrazioni»

di Roberto Sanna
«Nei playoff basta distrazioni»

Basket: Jack Devecchi richiama all’ordine il Banco in vista delle gare decisive della stagione

23 aprile 2014
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SASSARI. Dieci minuti per rivedere la luce, dopo un lungo tunnel fatto di 12’ in sei partite. Jack Devecchi sabato scorso contro l’Acea Roma sembrava volesse spaccare il mondo, in quei pochi scampoli di gara ha messo tutta la frustrazione di chi, abituato a fare tutto per la squadra, per due mesi si è dovuto accontentare di agitare l’asciugamano in panchina. Il Banco ha ritrovato uno dei giocatori più importanti sotto tanti punti di vista, perché nonostante Jack non sia certo un bomber o uno schiacciatore, è molto difficile immaginare una Dinamo senza di lui: «E’ sempre bello tornare – dice seduto al tavolo della club House – , risolvere quel problema al polpaccio non è stato semplice e ho dovuto davvero combattere. Dovrò ancora combattere, perché non potevo nemmeno correre e in queste settimane ho perso anche fiato e gambe. Rientrare adesso significa ritrovarsi con un gruppo dove tutti sono quasi al cento per cento e rimettersi in pari non sarà certo semplice. Però il lavoro non mi spaventa, quindi darò come sempre il massimo in palestra e col preparatore atletico».

Siamo a poche settimane dai playoff e ancora resta il mistero degli sbalzi di rendimento della Dinamo: come la vede?

«Sicuramente ogni tanto abbiamo dei blackout che ci penalizzano, già sabato scorso Meo ci ha chiesto qualcosa in più. Non 40’ al massimo dell’intensità ma almeno 30, anche 35 perché fiammate brevi contro certi squadroni non bastano più. E a dire il vero, certi blackout si pagano anche in campionato e lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle con qualche partenza falsa che poi non siamo più riusciti a recuperare».

L’anno scorso siete arrivati ai playoff da favoriti salvo poi uscirei subito, quest’anno invece arrivate quasi da outsider: quale delle due situazioni preferisce?

«Onestamente io non guardo mai la posizione di classifica, non cerco un’avversaria piuttosto che un’altra, casomai mi interessa arrivare in alto per poter avere il fattore campo a favore. Quel che viene viene, insomma. Anche noi quest’anno siamo una squadra lunga in prospettiva playoff, nella final 8 abbiamo dimostrato che sulla partita secca possiamo battere chiunque e ora dobbiamo far vedere che possiamo farlo anche in una serie lunga».

Tutti dicono che bisogna evitare Milano: a parte l’Armani, quale altra squadra eviterebbe ai playoff?

«Devo essere sincero: Milano è fortissima ma la squadra che davvero non vorrei incontrare è Cantù, perché è la nostra bestia nera e al Pianella è difficilissimo giocare e vincere. Al Forum il pubblico conta meno e l’Armani in casa spesso sente la pressione di dover vincere a tutti i costi. Sì, se devo scegliere dico Cantù».

Domenica giocate contro Caserta, una squadra insidiosa che ha appena battuto Siena.

Ho grande rispetto per Caserta, una squadra tosta che gioca senza pressione e quindi dà il meglio. E in più c’è Tony Easley, un ottimo giocatore che con la sua agilità può crearci molti problemi».

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