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Ma c’è ancora una speranza

OSTRAVA. Sembra impossibile che il combinato disposto stadio ostile+superficie ostica possa tanto condizionare un confronto tennistico a livello di nazionali. Eppure i risultati degli ultimi tre...

20 aprile 2014
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OSTRAVA. Sembra impossibile che il combinato disposto stadio ostile+superficie ostica possa tanto condizionare un confronto tennistico a livello di nazionali. Eppure i risultati degli ultimi tre anni delle semifinali di FedCup ne sono la conferma: al chiuso di Ostrava, dove non s'avventurano tifosi italiani e la pallina viaggia a mille, vincono le ceche; all’aperto palermitano, dove il calore mediterraneo si fa sentire e la terra rossa rallenta le bordate mitteleuropee di Kvitova e Safarova, trionfano le italiane. Peccato che nel 2012 e ieri si sia giocato nella città annerita dal carbone a ridosso del confine polacco. Vero è che alcune delle ragazze guidate da Corrado Barazzutti sono "terraiole naturali". Non è un caso se Sara Errani abbia ottenuto sulla terra rossa sei delle sette vittorie in carriera. Ma le cose possono cambiare: Camila Giorgi, tennisticamente cresciuta negli Usa ama la superficie hard. Vedremo cosa combinerà oggi.

(c.g.)

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