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ll Cagliari è sempre più americano

ll Cagliari è sempre più americano

Cellino vola a Miami, Silvestrone si cuce la bocca ma i contatti avviati per rilevare la società proseguono

16 aprile 2014
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CAGLIARI. Massimo Cellino incassa la prima vittoria del suo Leeds dopo 5 sconfitte e vola a Miami. Con un’intesa: neanche mezzo “ba” sulle trattative di cessione del Cagliari. «Abbiamo concordato di non rilasciare dichiarazioni fino a fine mese, visto il momento delicato in cui si trovano le trattative». Luca Silvestrone la prende larga. Il delegato del Fondo americano interessato alla costruzione del nuovo Sant’Elia e all’acquisto del club rossoblù, ha parole rassicuranti: «Stiamo creando una società proponente, con quella ci presenteremo ai tifosi. Che devono stare tranquilli. Questa fase è decisiva, ogni commento può destabilizzare. La trattativa – spiega il manager – ha equilibri delicati, si deve essere chiari con Cellino su aspetti economici e di garanzia». Cellino sgancia il Cagliari? L’idea che il patron tagli definitivamente con il club acquistato il 10 giugno 1992, è difficile da digerire.

Intanto, ieri ci sarebbe stato un incontro informale tra un collaboratore del presidente del Cagliari e i commercialisti del gruppo Usa. Dettagli tecnici. Da cui emerge un fatto noto: in bilanci del Cagliari sono sani. Ma nel patrimonio del club rientrano anche cespiti che i potenziali acquirenti vogliono verificare. Ad esempio, il terreno di Elmas che avrebbe dovuto ospitare la Karalis Arena, il centro sportivo di Assemini, la sede di viale La Playa. Da qui, gli approfondimenti carte alla mano del Fondo Usa rappresentato da Silvestrone. Un percorso su due fronti: i contatti avviati - incontro a fine mese per gli aspetti tecnico-strutturali – con il sindaco Massimo Zedda per chiudere l’ipotesi stadio. E l’idea di sfilare dopo 22 anni il Cagliari al patron di Sanluri. Da Leeds a Miami.

«Mi rimetto in gioco a 57 anni. Anche per me il Leeds è un esame. Devo riportarlo in Premier, ma prima vanno sistemati i conti». Parole di Massimo Cellino. Il patron, diretto in Florida, si è ripreso la scena sul web con un mix di frasi estrapolate da un’intervista rilasciata a un quotidiano. Si va dalla pessima accoglienza dei tifosi dei Whites (“una contestazione pilotata”) all’inquietante episodio delle cimici nel suo studio: «La storia delle microspie ribadisce un concetto: qualcuno non mi vuole. Ho messo tutto nelle mani della polizia».

«Leeds mi entusiasma – aggiunge Cellino –. C'è passione autentica. Lo stadio è da Premier, i tifosi sono molto caldi. Voglio rilanciare anche il settore giovanile, magari coinvolgendo Matteoli, ma solo per un periodo. I nostri allenatori sono i migliori al mondo, ma non commetterò l'errore di mettere una struttura tecnica italiana». E il Cagliari? «Non so che cosa accadrà. Non è semplice gestire due club, ma si possono creare sinergie. Il Leeds vende più maglie del Manchester City. Ma il problema in Italia è un altro: la politica ha rovinato il calcio». Infine, Cellino regala una chicca: «Vorrei portare il Leeds a preparare la nuova stagione ad Assemini». (Mario Frongia)

 

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