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"Faccia a faccia fruttuoso,in casa Dinamo è tutto ok"

di Andrea Sini
"Faccia a faccia fruttuoso,in casa Dinamo è tutto ok"

Il presidente Sardara parla dell’incontro chiarificatore con alcuni giocatori

02 aprile 2014
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SASSARI. Un faccia a faccia a caldo, poi un “ripasso” il giorno successivo. Con un risultato giudicato assolutamente soddisfacente. La Dinamo considera chiuso il piccolo caso interno nato domenica durante la partita poi vinta contro la Sutor Montegranaro. I cali di tensione, la sufficienza, le facce “sbagliate” e i mugugni nei confronti di coach Sacchetti per il minutaggio ridotto sono stati l’argomento di un incontro chiarificatore tra il presidente Stefano Sardara, il diesse Federico Pasquini, lo staff tecnico e alcuni elementi del roster.

- Presidente Sardara, il caso è chiuso?

“Diciamo che è chiuso il cerchio attorno a quello che, per quanto ci riguarda, è stato solo un piccolo caso, un incidente di percorso come tanti ne succedono in una squadra”.

- Partiamo dai protagonisti. Nomi e cognomi?

“È un caso tutto interno, affrontato e risolto dentro casa nostra, come siamo soliti fare. Non farò i nomi dei giocatori interessati, ma le facce di domenica per chi le ha notate hanno già detto tutto”.

- Reputa soddisfacente l’esito del faccia a faccia?

“Direi proprio di sì, perché siamo abituati ad affrontare le questioni in maniera schietta, parlando fuori dai denti. Ognuno ha il suo ruolo, ma a volte gli equilibri si modificano e bisogna tornare a parlare e discutere per ribadire che la priorità è rappresentata da quello che è il bene per la Dinamo, non per il singolo giocatore”.

- Il problema è stato un eccesso di egoismo da parte di qualcuno?

“In parte sì, ma in generale c’è stata una lettura sbagliata di alcune situazioni, con qualche incomprensione. Nel nostro gruppo c’è molta libertà ma esiste una regola di rigore. Se tutti la rispettano non ci sono problemi, se invece qualcuno si prende libertà eccessive, magari altri possono pensare di emularlo. Ora credo proprio che sia tutto chiaro”.

- Dopo la gara con la Sutor sia lei che Sacchetti avete sbottato pubblicamente e contemporaneamente. Non era mai successo. Significa che quello dell’atteggiamento e della mentalità è un nervo scoperto della Dinamo?

“Abbiamo entrambi parlato in un certo modo, senza peraltro consultarci, e questo significa che entrambi riconosciamo delle priorità. In quel momento ci siamo accorti che qualche discorso sul comportamento non era chiaro e abbiamo detto che la cosa non ci piaceva affatto. Perché ultimamente abbiamo fatto tanti passi avanti, ma non si può fare nessuno step ulteriore se l’atteggiamento non è coerente con il modello che ci siamo dati”.

- Quindi è proprio sulla mentalità che state continuando a lavorare.

“Esattamente. Guardate che noi non ci nascondiamo, sappiamo benissimo di avere una squadra forte. Come ho già detto una volta, non è che abbiamo preso 12 giocatori perché fa figo averli, ma con 12 giocatori tutti giocano un po’ meno. Non abbiamo paura a riconoscere che se mettiamo in campo la mentalità e l’atteggiamento giusto non dobbiamo temere nessuno, neppure Milano, che pure è certamente più forte di noi”.

- A proposito di Milano, Drake Diener e Omar Thomas vorrebbero trovarla al primo turno, per giocarsela in 5 partite. È d’accordo?

“Ma sì, è chiaro che una squadra come quella, più è lunga la serie, più ha possibilità di fare valere la propria forza. Oltre tutto, dopo lo scherzo che abbiamo fatto loro alle Final Eight, credo proprio che ci affronteranno con uno spirito da Eurolega”.

- Vi conviene farli sfogare nella sfida che avrete in regular season tra un mese.

“Non vorrei arrivare a quell’incontro con l’obbligo di vincere. Sarebbe meglio arrivare senza troppa pressione addosso e con una buona griglia dei playoff già definita. Vorrei arrivare nell’altra parte del tabellone, una finale con Milano sarebbe il massimo. Mi piacerebbe proprio giocarmela così”.

- Di solito le vostre strigliate ai giocatori hanno prodotto buoni effetti. Visto che domenica andate a Siena, forse era proprio il momento giusto per una lavata di testa.

“Questa partita per noi è uno snodo cruciale. Una vittoria o una sconfitta determinerebbero il quarto o il quinto posto, che nei playoff sono completamente differenti. E dopo giocheremo in casa gli scontri diretti con Roma e Brindisi. Diciamo che siamo arbitri del nostro destino. Per questo dobbiamo dare il massimo”.

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