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Alà, la “Rift Valley sarda” brilla nel cross tricolore

di Roberto Spezzigu
Alà, la “Rift Valley sarda” brilla nel cross tricolore

Quello di Alice Cocco nei 6000 juniores è il quarto oro per un atleta del paese In tutto sedici medaglie conquistate: la prima nell’80 con il padre Antonello

18 marzo 2014
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DEI SARDI. Il primo alaese a vincere un titolo italiano fu Antonello Cocco nel 1980 e tanti altri lo imitarono.L’ultimo pochi giorni fa lo ha vinto la figlia, Alice Cocco, trionfando tra le junior (under 20) alle finali dei tricolori di cross sui 6000 metri. Un risultato che, insieme ai buoni piazzamenti di Antonella Bua, Alessandro Cocco e Nicholas Sotgiu tra i cadetti e la prova di Antonella Sotgiu tra le allieve conferma Alà dei Sardi terra di talenti della corsa campestre. Agli italiani di Nove-Marostica (Vicenza), erano ben cinque i rappresentanti dell'atletica sarda provenienti dal paesino divenuto un simbolo nell'atletica leggera mondiale con Alasport e in campo regionale e nazionale per aver prodotto a getto continuo validi mezzofondisti: una sorta di Rift Valley sarda in stretta somiglianza con l'altopiano keniano da cui provengono la maggior parte dei campioni della corsa che dominano a livello mondiale per il loro innato talento naturale.

Crescere ammirando nelle varie edizioni del trofeo Alasport gli spettacolari confronti dei migliori specialisti internazionali deve aver per forza influito, ma oltre le doti atletiche e il patrimonio genetico, certamente contano anche la grande passione e l'impegno dei tecnici e dirigenti dell'Alasport. Senza quest'ultimo fattore ai tricolori di cross in Veneto non ci sarebbero state la netta vittoria di Alice Cocco (ora con la maglia del Cus Sassari), il nono posto sui 4000 metri allieve (under 18) di Antonella Sotgiu (quest'anno tesserata con la Civitas Olbia) e gli altri apprezzabili piazzamenti: il 22° posto di Antonella Bua, con 7'35” nei 2000 cadette, e il 23° di Alessandro Cocco e Nicholas Sotgiu nei 2500 cadetti.

Antonello Baltolu, ideatore e fondatore della società Alasport, spiega la genesi di questo piccolo miracolo sportivo: «Il movimento è nato nel lontano 1969 con i Giochi della Gioventù. Poi nel 1970 è nata la società, affiliata alla Federatletica, che da subito ha ottenuto ottimi riscontri nella corsa campestre e nella marcia. Dai buoni risultati agonistici ottenuti nel 1973 – continua Baltolu – è nato il Cross di Alà».

Come giudica questi risultato nei campionati italiani?

«Siamo andati oltre ogni più rosea previsione – risponde –. Il fatto di un paese di meno di 2000 abitanti che riesce a esser rappresentato in questo modo ai tricolori non ha bisogno di molti commenti».

Quali saranno i prossimi appuntamenti importanti?

«Per quanto riguarda il cross abbiamo buone aspettative anche dalle finali nazionali degli Studenteschi di campestre, in programma a fine marzo a Grosseto, dove saranno presenti Caterina Scanu e Nicholas Sotgiu. Sono certo che entrambi possono fare bene».

Ha mai fatto il conto dei titoli italiani vinti dai giovani atleti di Alà dei Sardi?

«Ricordo ancora la prima vittoria di Antonello Cocco ai Giochi della Gioventù del 1980, ma a quell’affermazione ne hanno fatto seguito tante altre. In tutto abbiamo già conquistato complessivamente 16 medaglie, 4 ori, 9 argenti e 3 bronzi. Penso, senza peccare di immodestia, che quello della nostra piccola comunità sia un record. Il merito – dice Baltolu– va condiviso tra tutti perchè le componenti che hanno favorito un fenomeno del genere sono tante:dagli atleti con il loro talento e impegno, alla società con tecnici e dirigenti; dalle famiglie all'ambiente che, grazie anche al Trofeo Alasport, ha imparato ad apprezzare l’atletica di buon livello».

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