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TD12 sposa il Banco «Sassari per sempre»

di Andrea Sini
TD12 sposa il Banco «Sassari per sempre»

Diener prolunga il contratto per altri 4 anni: sarà biancoblù sino al 2017. «La mia è una scelta di vita, voglio vincere il campionato con la Dinamo» - VIDEO

12 agosto 2013
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INVIATO AD ALGHERO. Famiglia, casa, cuore, ambizioni e infine “championship”, che non fa tremare le vene ai polsi come la parola scudetto, ma in fondo è la stessa cosa. La lista delle priorità di Travis Diener non è scritta nero su bianco nel contratto, ma la firma apposta ieri mattina su quel foglio di carta che dice “2017” rientra a pieno titolo nella casistica delle scelte di vita.

In riva al mare di Alghero, l’ex play degli Indiana Pacers sposa la Dinamo e sposa la Sardegna. Dopo tre campionati a Sassari, Td12 rilancia e decide di legarsi al progetto biancoblù per altre quattro stagioni. «Voglio giocare con la Dinamo sino alla fine della mia carriera», dice secco il funambolo del Wisconsin, nella sala di rappresentanza dell’hotel Las Tronas. Sette anni in Sardegna, con un’opzione per il futuro che non compare nelle clausole ma è ben chiara nella mente della famiglia Diener ed emerge dai sorrisi di Rosamaria e dalle parole del capofamiglia. «Con mia moglie ho parlato a lungo di questa scelta – dice Travis – e alla fine abbiamo convenuto sul fatto che questa è casa nostra e ci piacerebbe che nostra figlia crescesse in questa terra. Amiamo Sassari e la Sardegna e la gente di qua ci fa stare bene. Le altre cose contano, ma questa conta di più».

Le altre cose sono le ambizioni, i denari, la possibilità di giocare l’Eurolega. Ma il progetto Dinamo non è ormai molto lontano da questo modello. Lo sa bene Stefano Sardara, che gli sventola davanti la maglia con la scritta “Td12 2017”. Applausi, strette di mano e sorrisi con lo sfondo di Capo Caccia, in questa domenica d’agosto, ma l’estate è stata lunga e la trattativa sembrava aver preso una piega completamente diversa. «Sì, è stata un’estate lunga – dice l’idolo dei tifosi biancoblù –. Dopo la delusione dei playoff con Cantù ho pensato tante cose e mi è venuto naturale pensare di cambiare. Con Stefano non abbiamo mai smesso di sentirci e alla fine ritrovarsi è stato facile. La decisione l’ho maturata nei giorni che hanno preceduto il ritiro a Folgaria con la nazionale. E il fatto che in questa società non ci siano solo un presidente, un allenatore o un direttore sportivo, ma amici che si chiamano Stefano, Meo e Federico è stato un altro punto che mi ha convinto a restare e pensare di chiudere la carriera con l’unica maglia che ho indossato in Europa».

Inconcepibile, per i tifosi della Dinamo, vederlo con indosso un’altra divisa. Molto difficile anche per lui stesso. «Non c’è stato un vero momento in cui ho pensato di essermene andato via definitivamente – spiega –, nè mi sono mai immaginato davvero in un’altra città. In Italia non sarei comunque rimasto perché non avrei mai voluto affrontare la Dinamo da avversario. Russia, Turchia, Spagna e qualche altro posto potevano diventare la nostra nuova casa. Però ho ragionato a lungo con mia moglie e alla fine, quando ci siamo detti “dove vogliamo che cresca nostra figlia, o un nostro prossimo figlio?” La risposta è stata questa: Sassari».

Ma a Sassari, di fatto, l’ormai veterano Diener si presenta da ultimo arrivato. Che torna a casa e si trova un roster praticamente già fatto e un ruolo, il suo, nel quale nel frattempo si è accomodato un asso come Marques Green. «Noi due possiamo coesistere e lo dimostreremo in campo – ribatte il trentunenne italoamericano –. Il fatto che ci siano due play di un certo livello dà una connotazione precisa alla Dinamo. Significa che ci sono grandi ambizioni e che siamo un gran bella squadra. Quando ho dato la mia parola al presidente sapevo già che roster era stato creato. Abbiamo anche dei lunghi molto forti, credo proprio che non ci saranno problemi. E’ una grande opportunità, sono molto eccitato dall’idea di competere a certi livelli con questa squadra».

Il presidente Sardara ha parlato chiaramente di sollevare l’asticella delle ambizioni. Dove volete arrivare? «Il mio sogno è vincere il campionato con la Dinamo, su questo non c’è dubbio – puntualizza Travis –, ma il discorso è più ampio. Noi vogliamo essere competitivi sia in campionato che a livello europeo, e per fare questo è necessario avere un roster adeguato».

Il Diener biancoblù è pronto a indossare di nuovo anche la casacca della nazionale. «Sto facendo una bellissima esperienza. E’ un gruppo stupendo che mi ha accolto molto bene da subito. C’è anche Datome che mi ha insegnato l’inno... Lui è una grande persona, che farà molto bene anche in Nba. Ha le qualità e la personalità giusta. Deve solo essere bravo ad adattarsi subito alla lontananza e a una realtà nuova. Se ci riuscirà farà il botto».

Due soli giorni di relax, poi si riparte. «Sono felice di andare agli Europei. Ma rientrare per un paio di giorni e respirare l’atmosfera di questa isola mi ha ricaricato. Peccato ripartire subito, ma ci rivedremo presto». Il gigante addormentato di Capo Caccia non ha fretta. Il palazzetto, piazza d’Italia e il centro storico di Sassari neppure. Bentornato a casa.

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