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Gigi Datome a caccia dello scudetto

Gigi Datome a caccia dello scudetto

Basket: oggi gara1 tra Roma e Siena, l’olbiese vuole riportare il tricolore nella capitale dopo 30 anni a costo dei... capelli

11 giugno 2013
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ROMA. Il tecnico di Roma Calvani si è già tagliato i baffi, a Datome chiedono di tagliarsi i capelli in caso di scudetto. E il patron Toti non vuole lasciare il PalaTiziano. Scaramantico anche lui ma non solo, visto che il PalaLottomatica, sede dei fasti antichi dello scudetto del Banco Roma di 30 anni fa, costa tanto. La squadra della Capitale vuole «riscrivere la storia». È lanciatissima e in campionato è arrivata davanti a Siena. Ma i toscani dalla loro hanno l’esperienza e lo scudetto cucito sul petto da sei stagioni. E oggi è gara-1 della finale scudetto.

Non è più lo squadrone come ai tempi di Pianigiani, ma la Montepaschi nell’incontro secco è capace di tutto. Difficile dire chi è la favorita. Roma ha dalla sua il fattore campo (quattro gare su sette si giocano nella Capitale), Siena il blasone. E nel basket c’è una città che cerca il riscatto di un’annata tormentata dalle vicende del main sponsor. Roma questa finale l’aspettava da cinque anni. L’ultima volta nel 2008, guarda caso sempre contro Siena, che vinse facile 4-1. Ma allora la Montepaschi era di un altro pianeta (sette scudetti di cui gli ultimi sei consecutivi). È quasi un miracolo questa finale per i giallorossi, a inizio campionato rischiavano di sparire (hanno il quint’ultimo budget della Serie A). Una squadra costruita nel tempo pezzo dopo pezzo, decisivo l’arrivo di Phil Goss da Varese. La squadra del miracolo è nata ad agosto quando oltre a Goss arrivarono il play Jordan Taylor e Oladimeji Lawal, centro americano di passaporto nigeriano. L’ultimo innesto è stato appena un mese fa Bryan Bailey. «Abbiamo fatto qualcosa di impensabile a inizio stagione» dice il tecnico Marco Calvani, che adesso a questo scudetto ci crede eccome: «Ci siamo e vogliamo provarci, fino alla fine». «Loro sono più pronti, più abituati di noi, Ma possiamo farcela, cercheremo di riscrivere la storia. Ma saremo orgogliosi comunque vada», carica la squadra il capitano Gigi Datome, che per esserci si è decurtato lo stipendio. Dopo questa finale partirà per la Nba, destinazione Boston. Ma prima c’è Siena, una squadra esperta, più abituata di Roma alle grandi sfide. In panchina ora c’è Banchi, ex vice di Pianigiani. «Ci avviciniamo a questo ultimo atto della stagione con grande orgoglio ed euforia per aver vissuto una stagione straordinaria sotto il profilo tecnico ed emotivo». In campo le stelle sono Brown, Moss, Eze e soprattutto Hackett, un altro azzurro come Datome. Un altro destinato a un grande futuro. C’è anche molta Italia in questa finale scudetto.

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