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Savona, ultima partita in tribunale

Antonio Ledà
Ninni Corda
Ninni Corda

Ninni Corda racconta la disavventura della sua squadra: salvati dai tifosi

14 dicembre 2011
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SASSARI. Nel mondo del pallone milionario e capriccioso ci sono anche storie come quella del Savona, squadra di grande tradizione ma dal futuro incerto. La società si è presentata al via del campionato di Seconda divisione (l'ex C2) con grandi proclami, ma fin da subito sono cominciati i guai. E che guai.

La storia del Savona ha riflessi anche nell'isola perchè alla guida della squadra ligure c'è una vecchia conoscenza dei tifosi sardi, il nuorese Ninni Corda, e del gruppo fanno parte anche Simone Aresti, Giacomo Demartis e l'allenatore in seconda Giovanni Mattu. Proprio Corda racconta la disavventura del club biancoblù. «Siamo partiti con grandi speranze ma ci siamo ritrovati quasi subito in difficoltà economiche. Il presidente, un imprenditore di Genova con interessi anche a Savona, ha avuto problemi è ha passato la mano a un suo collaboratore. Quest'ultimo ha cercato qualcuno in grado di portare avanti il progetto, ma la situazione si è fatta sempre più grave fino ad arrivare a un punto di non ritorno».

Di fatto da settembre l'intera rosa non prende lo stipendio e così lo staff tecnico. «I primi mesi abbiamo pensato a un ritardo o a qualche problema di liquidità che si sarebbe in qualche modo risolto, poi abbiamo capito che la situazione era molto più grave del previsto. Pare che la società abbia debiti che superano il milione e mezzo di euro e che la proprietà non sia in grado (o non voglia) più saperne. Di fatto il presidente ha portato i libri contabili in tribunale e stiamo aspettando da un momento all'altro la nomina di un commissario liquidatore».

Per Ninni Corda e i suoi ragazzi è l'unico salvagente al quale aggrapparsi. Perchè, nonostante tutto la squadra non si è rotta ma, anzi, ha fatto quadrato e sta dimostrando sul campo di valere molto più della società. «Non è facile giocare sapendo che a fine mese non arriverà lo stipendio. E non è facile tenere unito il gruppo. Nella mia squadra ho ragazzi che arrivano da mezza Italia e che hanno fatto del gioco del pallone la loro professione. C'è gente che ha famiglia, che ha preso impegni e che sta facendo salti mortali per non mollare tutto. Eppure, anche domenica la squadra ha risposto alla grende andando a vincere sul campo del Lecco. Pensate che se non avessimo sei punti di penalizzazione per le inadempienze societarie oggi saremo in zona playoff».

Me come fa una squadra professionistica a sopravvivere senza soldi? Nel caso del Savona i salvatori sono un migliaio e sono i tifosi che, tutte le domeniche, si fanno sentire dalla curva. «Abbiamo un pubblico meraviglioso - conferma l'allenatore - che non solo ci dà il coraggio per tenere duro ma da qualche mese ci sta aiutando anche economicamente. Sono i tifosi che ci stanno pagando le trasferte e che stanno facendo il possibile per tenere in vita la loro squadra. Il Savona è un club importante, uno dei più vecchi d'Italia, però i tifosi non possono fare miracoli».

E allora? La soluzione, per Ninni Corda, è una sola. «Mi auguro che il liquidatore possa vendere il titolo sportivo scorporandolo dalla Srl. Un titolo di Seconda divisione vale mezzo milione ed è appetibile se non è caricato di altri debiti. Sappiamo che ci sono imprenditori interessati e ora anche i politici locali si stanno muovendo. Mi auguro che non sia tardi e che il calcio, anche da questa parti, torni a essere un divertimento. Noi, e parlo anche a nome dei ragazzi, continueremo a impegnarci. Non è facile e lo dico senza alcuna retorica: sto allenando una squadra magnifica».
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