La Nuova Sardegna

Sassari

Terremoto in giunta, lasciano altri tre 

di Giovanni Bua
Terremoto in giunta, lasciano altri tre 

Bufera a Palazzo Ducale, si dimettono Fabio Pinna, Monica Spanedda e Rafaella Sau. Sanna: ora serve responsabilità

18 giugno 2017
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SASSARI. La giostra riparte. A meno di una settimana dalla pace armata siglata dentro il Pd, che aveva dato il via libera al sindaco Sanna per completare la sua squadra decimata dalle dimissioni di marzo, le asce di guerra sono state di nuovo dissotterrate. E, dopo una tempestosa riunione di giunta giovedì, e pare un caliente scambio di messaggi nella chat Whatsapp di sindaco e assessori, ieri nel giro di poche ore tre assessori hanno protocollato le loro irreversibili dimissioni.

Il primo è stato Fabio Pinna, assessore all’Ambiente e segretario cittadino del Pd, molto vicino a Giacomo Spissu. Poi Monica Spanedda, ultima rimasta dei “fantastici quattro” che avevano conquistato le primarie del 2014, tra le più critiche contro il suo ex alleato Sanna, e molto avvicinatasi in questi mesi “di lotta” all’ex vicesindaco, anche lui dimissionario, Gianni Carbini. La terza, l’assessora alla Cultura Rafaella Sau, espressione dell’area del senatore Silvio Lai.

Pezzi da novanta insomma, rappresentanti di correnti importanti di un partito in cui però, almeno a livello cittadino, ognuno sembra andare per suo conto. E in cui strategie pre e post congressuali, critiche all’operato della giunta o allo stile di governo del sindaco e malesseri e rotture molto personali, si mischiano in maniera ormai difficile da scindere e soprattutto da comprendere.

«È evidente – sottolinea il segretario regionale del Pd, il senatore Giuseppe Luigi Cucca – che ci sono problemi importanti. E che il posto giusto per discuterli è il partito. Già in queste ore stiamo prendendo contatto con il sindaco e con tutti i protagonisti. Per cercare di capire se ci sono le condizioni per chiudere una crisi problematica. Chiaramente si parte dal partito a Sassari, e dalle sue intenzioni. Ma è scontato che la nostra attenzione, e il nostro impegno, è massimo a tutti i livelli».

Lo scenario è da brividi: da marzo a oggi Nicola Sanna ha perso sei assessori e ne ha nominato solo uno, Simone Campus al Bilancio (causando non pochi malumori). E, nonostante abbia ribadito di non aver nessuna intenzione di dimettersi e aver fornito agli alleati le più ampie rassicurazioni (per i suoi detrattori completamente disattese), diventa sempre più difficile immaginare come questa volta si potrà uscire dal vicolo cieco in cui il Pd si è infilato. Aprendo le porte, in caso di caduta di Sanna, al commissario fino alla prossima estate.

L’ultimo tentativo si farà lunedì, in una riunione già fissata nella sede del Pd di via Mazzini. Nella quale si parlerà del casus belli, la bocciatura del Piano di comunicazione portato giovedì in giunta dal sindaco, e si esploreranno le possibili strade che partono dall’azzeramento della giunta e arrivano alle dimissioni (improbabili) del sindaco o della maggioranza del consiglio comunale.

Per ora l’unica certezza è che Sanna ha chiesto ai tre assessori di ritirare le dimissioni, affidando il suo pensiero a un lungo post su Facebook: «In questi momenti, quando il grano è maturo e nonostante il caldo, il sudore, la fatica occorre raccogliere ogni chicco – spiega – anche se l’annata non è stata proprio come avresti voluto. Come amministrazione abbiamo fatto tante cose, condivise, discusse ma al solo scopo di fare bene alla città – continua –. Abbiamo programmato tanto, recuperato, ingenti risorse per la rinascita del centro storico, il recupero delle periferie, la metropolitana di superficie, le bonifiche del centro intermodale, la sistemazione della stazione autobus di via Zirano, interventi nelle scuole, nelle case popolari, strade e marciapiedi, il rinnovo e l'ampliamento degli impianti sportivi, il restauro della rotonda di Platamona. Il tutto in una situazione difficilissima, con una Regione spesso matrigna e contraddittoria, con i partiti spesso in stato confusionale. Abbiamo fatto insieme, con alti e bassi, con uno scetticismo perenne. È faticoso amministrare, troppi vincoli, troppi tagli che offuscano le buone idee. Ma non bisogna scappare, occorre avere fiducia, innanzitutto nei consiglieri comunali che ci hanno messo l'anima».

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