La Nuova Sardegna

Sassari

Tredici chilometri di grotte nel Meilogu, ecco tutte le scoperte 

di Mario Bonu
Tredici chilometri di grotte nel Meilogu, ecco tutte le scoperte 

A Cossoine una conferenza sul patrimonio carsico In una mostra le missioni nel sottosuolo dal 1985 a oggi

14 giugno 2017
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COSSOINE. Il Meilogu possiede un patrimonio carsico di 56 grotte, per uno sviluppo complessivo di 13 chilometri e 323 metri. Il 15% della provincia di Sassari, che di grotte ne ha 379, ma con il 36% dello sviluppo planimetrico totale: 13 chilometri contro i 37 chilometri e 406 metri della provincia. E nel Meilogu, Cossoine ha di gran lunga il numero più elevato di grotte: 24 contro le 7 di Mara e Thiesi, le 5 di Pozzomaggiore le 3 di Bessude e Bonorva. Lo sviluppo planimetrico delle grotte di Cossoine è anch’esso il più lungo del Meilogu: 4 chilometri e 177 metri. Le altre lunghezze più significative sono quelle delle grotte di Bonorva, 3735 metri e di Mara, 2402 metri. Sono alcuni dei dati forniti da Antonio Natale e Piero Virgilio all’incontro “Grotte di Cossoine, viaggio alla scoperta del sottosuolo”, organizzato, insieme alla mostra fotografica annessa, dalla Pro loco Bastiano Unali, con il patrocinio della Regione, del Comune, del “Tag” (Truma de arkeo-guturulugia) di Thiesi. Un appuntamento che davvero ha consentito un viaggio virtuale nelle cavità e nei cunicoli del territorio, un viaggio che, peraltro, solo in questo modo si può compiere, perché, come ha detto Piero Virgilio nel suo intervento «le nostre grotte non hanno una vocazione turistica ma possono essere visitate soltanto da persone formate all’attività speleologica». È dal 1985 che il Tag esplora le grotte del territorio, ed è dal 1987 che si è dato uno statuto, per cui quest’anno celebra i suoi trent’anni di attività. Una attività nata proprio a Cossoine, con la prima escursione del gruppo, come ha ricordato Antonio Natale, nella grotta “Sa Ucca ‘e su Peltusu”. All’inizio con attrezzature auto-costruite, corde non omologate, e molta incoscienza, il gruppo si sperimenta nel sottosuolo, e qualche volta è assistito dalla fortuna, come quando, nella grotta di Su Mammuscone, sempre a Cossoine, compì una importante scoperta individuando la prosecuzione nella parte calcarea della grotta, per arrivare, con l’aiuto degli speleologi del Gruppo speleologico sassarese, sino alla profondità attualmente nota. Antonio Natale e Piero Virgilio hanno poi raccontato degli straordinari incontri che si possono fare nelle grotte. A parte le più conosciute ma sempre affascinanti stalattiti e stalagmiti, i resti di animali estinti da tempo, gli scheletri di cervo, le ostriche nere, la “Patriziella Nuragica”, un insetto endemico di Su Mammuscone. Piero Virgilio, in particolare, ha descritto alcune delle escursioni compiute nelle grotte più note di Cossoine: “Sa Ucca ‘e su Peltusu”, la più lunga grotta della provincia di Sassari, con i suoi 3180 metri di sviluppo complessivo, dove ai primi del 1900 venne scavata una galleria per costruire le opere di presa dell’acquedotto comunale, tuttora in funzione per uso agricolo. E poi, Sa Ucca ‘e Mammuscone, Suiles, Sa Ucca ‘e Malupensu, il cui ingresso si trova in pieno centro del paese. La mostra sulle grotte resterà aperta nella casa parrocchiale fino a domenica prossima.

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