La Nuova Sardegna

Sassari

Stop dalla Soprintendenza alla cava di Ossi 

Accertata la presenza di domus de janas. Parte l’iter ministeriale per vincolare l’area di Su Padru  

11 giugno 2017
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OSSI. Cominciano a dare frutti i numerosi sopralluoghi nell’area cave di Su Padru, e in quelle circostanti, alla ricerca di emergenze archeologiche. L’obiettivo è quello di salvaguardare eventuali testimonianze presenti ancora ignorate, ma soprattutto quello di trovare elementi sufficienti perché possa essere revocato il rinnovo di autorizzazione di cava da parte del Sevizio Attività Estrattive della Regione concesso alla Industriale Monte Rosè.

Un gruppo di volontari, con a capo l’assessore all’Ambiente Fabio Mudadu, ha perlustrato il territorio ed alla fine quel che si cercava è stato trovato: due domus de janas e tre inizi di escavazione di ipogei non portati a termine. Immediata una prima segnalazione alla Soprintendenza archeologica per uno dei due ipogei e un inizio di escavazione ricadenti nel territorio comunale di Ossi a poche decine di metri dall’area estrattiva. Nei giorni scorsi, dopo gli accertamenti, la stessa Soprintendenza ha provveduto a notificare alla Italcementi, proprietaria dell’area estrattiva, al sindaco di Ossi e al Mibact di Cagliari l’avvio del procedimento per la sottoposizione a dichiarazione di particolare interesse culturale dei beni, finalizzato all’imposizione del vincolo sul monumento. Ottanta giorni di tempo per inviare osservazioni, memorie e documenti prima dell’emanazione del provvedimento finale.

Nell’area di Rocca Ruja, ma in territorio di Muros, si legge nella relazione preliminare, è già nota la presenza di un ipogeo a prospetto architettonico, oltre a due grotte naturali con tracce di frequentazione protostorica. La tomba scoperta a circa 200 metri in territorio di Ossi, secondo i rilievi della Soprintendenza, è suddivisa in due parti: un primo ambiente rettangolare e un ambiente a ellisse tronca, per una lunghezza di circa 5,30 metri. Si registra inoltre la presenza a circa 10 metri di un secondo portello, che indica l’inizio dell’escavazione di un secondo ipogeo, non realizzato. E non si esclude la presenza di ulteriori ipogei. Nelle more dell’emanazione del provvedimento ministeriale, si avverte, non possono essere apportate modifiche, ampliamenti, manomissioni, distacchi di ornamenti, demolizioni e non possono essere avviati lavori non autorizzati.

Dal Servizio regionale di attività estrattive arriva intanto comunicazione che si resta in attesa dell’esito e completamento della procedura. Il sindaco Giovanni Serra torna alla carica con la richiesta di revoca della concessione. C’è attesa infine per un altro parere della Soprintendenza su una seconda segnalazione.

Pietro Simula

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