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Sassari

corte d’appello 

Non commise un falso assolto un vigile di Tissi

Non commise un falso assolto un vigile di Tissi

TISSI. Quando il 17 febbraio del 2010 appuntò il numero di targa dell’auto di un compaesano che aveva posteggiato in via Municipale a Tissi nello stallo riservato ai disabili non commise nessun falso,...

08 giugno 2017
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TISSI. Quando il 17 febbraio del 2010 appuntò il numero di targa dell’auto di un compaesano che aveva posteggiato in via Municipale a Tissi nello stallo riservato ai disabili non commise nessun falso, anche se qualche tempo dopo nel compilare il verbale scrisse che l’auto in divieto era una Bmw e non una Fiat Doblò.

È stato assolto dai giudici della Corte d’appello di Sassari Giovanni Sanna, vigile urbano di 58 anni di Tissi, che a luglio dello scorso anno era stato condannato in abbreviato dal gup Michele Contini a due anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali.

Il vigile era finito sotto processo per falsità ideologica in atti pubblici commessa da pubblico ufficiale dopo la denuncia di Gionni Deledda, un imprenditore edile del paese, che non si era limitato a presentare ricorso contro la contravvenzione arrivata a casa quattro mesi dopo il fatto contestato, ma aveva presentato anche una querela. Nel mentre il vigile urbano era stato trasferito in un ufficio e lo scorso anno non era riuscito a dimostrare in tribunale la sua innocenza e si era beccato due anni di reclusione. I giorni scorsi il collegio di giudici composto da Mariano Brianda, Massimo Zaniboni e Marina Capitta, ha invece accolto la richiesta di assoluzione del suo difensore, l’avvocato Giuseppe Masala. Durante il processo di secondo grado il vigile urbano è riuscito a convincere i giudici che aver indicato un’auto e non l’altra per un semplice errore materiale. Nel verbale di contestazione figurava la Bmw nello stallo disabili ma in realtà c’era un Doblò, sempre di proprietà di Deledda che infatti non negò di aver posteggiato in una zona non autorizzata. L’avvocato Masala è riuscito a convincere i giudici che il vigile commise semplicemente un errore materiale e non il falso di cui era accusato.

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