La Nuova Sardegna

Sassari

Dialogo e ascolto le armi contro il suicidio 

di Antonio Meloni
Dialogo e ascolto le armi contro il suicidio 

Dopo l’ultima tragedia al ponte Rosello, Telefono Amico ha promosso un incontro di riflessione

07 giugno 2017
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SASSARI. Comunque lo si affronti, quello del suicidio è un tema da trattare con estrema cautela perché il rischio è di inciampare sulla classica buccia di banana. La tendenza più frequente è il ricorso a luoghi comuni fin troppo abusati, ma anche a giudizi di valore che portano su un terreno scivoloso.
Con competenza e altrettanto garbo, hanno provato a farlo in pubblico gli operatori di Telefono amico, forti di una lunga e importante esperienza sul campo. Nella sala conferenze della Camera di commercio, lunedì sera, di fronte a una platea gremita, hanno messo insieme un team qualificato di esperti che per un paio d’ore, con coraggio, ha proposto una riflessione a più voci su un fenomeno incessante e trasversale. «L’idea è nata dopo il recente episodio di ponte Rosello – ha spiegato in apertura Sandra Poddighe di Voce amica – che ha visto tristemente protagonista una donna tanto giovane quanto disperata». Ma ciò che ha spinto i volontari a promuovere un dibattito pubblico sul suicidio è anche quel video girato con uno smartphone durante il drammatico tentativo di salvataggio e finito sul web, poco dopo, alla mercé di tutti.
Cosa spinge al suicidio? Gli esperti parlano di sofferenza insopportabile, di una continua altalena tra il desiderio di vita e quello di morte, di un panico talmente acuto da sovrastare le risorse da cui una persona attinge per continuare a vivere. «E’ un evento drammatico e complesso – spiega Annalisa Masala, vice presidente di Telefono amico Italia - che sia l’esito del fallimento di una relazione, la perdita di una persona cara, condizioni di vita inaccettabili o rovesci finanziari, il suicida è un individuo che a un certo punto si è visto perduto». Ma sapere che la maggior parte dei suicidi può essere prevenuta serve a poco se a monte manca la volontà e la disponibilità a occuparsi di quel caso. «La sfida da raccogliere – dice infatti Monica Spanedda, assessore di Palazzo ducale alle Politiche sociali – è investire in opere di sensibilizzazione e prevenzione».
Spesso, però, è difficile sondare l’animo umano e ancora più complicato è coglierne certe sfumature. E allora, «di fronte al sospetto anche minimo di avere davanti una persona che rivela quella sofferenza – prosegue Annalisa Masala – il dialogo, l’ascolto e la disponibilità sono i primi passi di un percorso capace di scongiurare il ricorso a quel gesto che non è una scelta, ma l’estremo tentativo di mettere fine a un’angoscia soverchiante».
Toccante il contributo dello scrittore olandese Viktor Staudt, che dopo essere sopravvissuto a un tentativo di suicidio, ha raccontato in un libro la sua drammatica esperienza. Per quanto apparentemente scontato, il recupero della dimensione umana fatta di relazioni, affetti, attenzione e comunicazione può rivelarsi un deterrente per far fronte a un fenomeno complesso come il suicidio: «Ridare un senso alla nostra vita – scandisce il pedagogista don Gaetano Galia, cappellano del carcere di Bancali - avere un’idea di futuro, un progetto, un sogno da accarezzare, il fatto è che non sappiamo più aiutare i nostri ragazzi ad avere senso e gli facciamo fare delle cose senza stimolarli alla riflessione». Altro elemento importante è il tabù, perché di suicidio non si parla mai abbastanza: «Perfino la solidarietà della comunità è diversa quando una persona si toglie la vita – prosegue Annalisa Masala – atteggiamento che alimenta il senso di colpa di chi resta lacerandosi nel dolore». Durante la serata i volontari di Voce Amica hanno dato piena disponibilità all’ascolto anche attraverso i mezzi di comunicazione offerti dal web: «In attesa dell’assegnazione di un numero verde – ha concluso Sandra Poddighe – nella più totale riservatezza siamo raggiungibili tramite il web call del nostro sito www.telefonoamico.net». Tra i contributi della serata, anche quelli di Mario Pireddu, esperto di comunicazione, e della psicologa Sibilla Pirastru.
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