La Nuova Sardegna

Sassari

L’estimo in aiuto dei figli della coppia scoppiata 

di Daniela Scano
L’estimo in aiuto dei figli della coppia scoppiata 

Assegno di mantenimento, nuovo sistema di calcolo dopo la fine del matrimonio Algoritmo ideato in città da un avvocato, un professore e un tecnico informatico

29 maggio 2017
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SASSARI. L’estimo arriva in soccorso dei giudici che devono fare i conti in tasca alla coppia, dopo la separazione, per calcolare l’assegno di mantenimento dei figli. È nata a Sassari una nuova branca della disciplina che fino a oggi ha fatto sudare i futuri geometri – che imparano a calcolare ai fini fiscali le rendite di immobili o di terreni – e che ora serve anche per stabilire chi deve pagare, e quanto, dopo la separazione o il divorzio. Il sistema è destinato a competere con quelli in uso nei tribunali ed è stato elaborato da un avvocato, da un tecnico informatico e da giovane docente di estimo nelle scuole superiori.
Ricorso accolto. Nei giorni scorsi il “metodo Sassari” è stato applicato per la prima volta dalla corte d’appello che, accogliendo un ricorso, ha rideterminato l’entità dell’assegno che un padre dovrà versare ogni mese alla ex moglie per far crescere sereni i quattro figli minori. Secondo il giudice di primo grado l’uomo, che prende uno stipendio di 900 euro, avrebbe dovuto versarne 800 alla ex e invece consegnerà ogni mese “solo” 400 euro. Questa è la cifra – considerata congrua dai giudici – uscita dall’algoritmo elaborato dall’avvocato Giovanni Campus; da Andrea Pagani, 27 anni, insegnante; dal tecnico informatico Salvatore Maricosu. La seconda novità è che anche a Sassari è saltato il concetto di “mantenimento” ed è entrato quello di “assegno perequativo”, teso a riequilibrare la sproporzione economica tra i redditi dei coniugi. L’uomo che ha vinto il ricorso infatti ha un reddito inferiore a quello della moglie.
Risultato “al centesimo”. Il “metodo Sassari” applica le regole dell’estimo – al reddito della coppia, alla famiglia, alle condizioni sociali in cui vive. Il risultato è la somma, al centesimo, che un genitore deve versare all’altro che si occupa dei figli continuativamente. «La matematica non ha sentimenti – spiega il docente – e non sbaglia mai». Insomma, una operazione aritmetica potrebbe mettere fine alle estenuanti liti giudiziarie tra ex . Il “metodo Sassari”, assicura chi lo ha elaborato, non si basa su supposizioni ma su parametri insindacabili. E, soprattutto, tiene matematicamente conto (sottraendoli dall’assegno) anche dei soldi necessari a un genitore separato per mantenere un rapporto di qualità con i figli nei periodi in cui se ne occupa. «Perché – spiega l’avvocato Giovanni Campus – se un padre deve versare tutto ciò che guadagna alla ex coniuge, poi non gli rimane niente per occuparsi dignitosamente dei figli. Questo a pregiudizio non solo della sua condizione economica, destinata alla rovina in breve tempo, ma anche del rapporto con i figli».
L’ordinanza. I giudici della corte d’appello hanno condiviso il risultato del calcolo fatto con “metodo Sassari” e nella ordinanza hanno sottolineato il fatto che il padre che rischiava di andare in rovina.
Due modelli nazionali. Adesso l’algoritmo elaborato in città andrà ad aggiungersi a quelli attualmente utilizzati dai giudici per stabilire l’assegno di mantenimento: il MoCAM (Modello di calcolo dell’assegno di mantenimento nei casi di separazione e divorzio) e il Remida Famiglia (software di consulenza giuridica elaborato dal magistrato e docente di informatica Gianfranco D’Aietti). «La differenza tra il nostro sistema di calcolo e gli altri – spiegano Pagani e Campus – è che questi sono elaborati su base statistica e su macro aree geografiche e sociali. Invece il nostro sistema viene calato sulla singola situazione familiare, a sua volta calata nel contesto sociale ed economico in cui la famiglia vive».
Come un bilancio. Bilanci personali e familiari molto diversi a seconda che si abiti in un condominio di una grande città o in una casa singola di un piccolo paese. «Usando l’estimo – prosegue Pagani – si tiene inoltre conto delle economie di scala familiari, del numero dei figli, del tempo dedicato a ciascun genitore all’accudimento della prole, dei soldi che deve spendere quando li ha con sè». – «Questo sistema di calcolo incentiva a tenere con sé i figli e a occuparsene – conclude l’avvocato –. Non si tratta di un metodo per risparmiare, al contrario deve spingere i padri separati a lottare per esercitare la propria genitorialità». In fondo anche i numeri hanno un’anima.
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