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Sassari, detenuto di 43 anni si toglie la vita a Bancali

Sassari, detenuto di 43 anni si toglie la vita a Bancali

L'uomo, originario di Olbia, è stato trovato privo di vita all'interno della sua cella. Inaccettabile per i sindacati che simili fatti possano accadere in strutture così nuove

25 maggio 2017
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SASSARI. Un detenuto di 43 anni, originario di Olbia, si è tolto la vita nella mattinata di oggi, 25 maggio,  all'interno di una cella del carcere di Bancali a Sassari. I tentativi di soccorso da parte dei compagni di cella e degli agenti della polizia penitenziaria si sono purtroppo rivelati inutili.

A dare la notizia del tragico evento il segretario generale aggiunto dell'Osapp- Domenico Nicotra - che pone l'attenzione "sulla inaccettabilità che simili criticità possano accadere in strutture nuove come quella di Sassari". Una struttura quella di Bancali - prosegue Nicotra - in cui l'amministrazione Penitenziaria ha investito molto in termini di risorse finanziarie ed evidentemente allo stato delle cose forse è arrivato il momento di investire su quadri dirigenziali e direttivi. Per tale motivo facciamo appello - conclude il sindacalista dell'Osapp -  al Provveditore e al Capo del Dap per valutare l'avvicendamento del Direttore e del Comandante del Reparto."

Sulla vicenda è intervenuta anche Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione “Socialismo Diritti Riforme.“Il sistema detentivo isolano deve essere rivisto soprattutto quando dietro le sbarre ci sono persone con importanti problematiche personali e psicologiche – afferma Caligaris - nelle carceri della Sardegna mancano troppe figure di riferimento, a partire dai direttori e i vice direttori in pianta stabile. Chi si toglie la vita lascia aperti interrogativi che richiedono risposte razionali immediate, atti concreti”. “Non è facile individuare le dinamiche suicidarie, sgomento e dolore prevalgono – aggiunge l’attivista - è indubbio tuttavia che occorre mettere in campo un’organizzazione efficiente per prevenire situazioni particolarmente delicate. Oggi i direttori ricoprono più incarichi con un pendolarismo su due/tre istituti. E’ un problema che il Ministero e il Dap devono affrontare e risolvere. Lo facciano al più presto”.

 

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