La Nuova Sardegna

Sassari

Lavoro, nell’isola crescono le assunzioni

Lavoro, nell’isola crescono le assunzioni

La Sardegna in controtendenza: più contratti a tempo indeterminato. A livello nazionale 400mila posti fissi in meno

20 maggio 2017
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SASSARI. La Sardegna in controtendenza. Mentre in tutta Italia con l’esaurimento degli sgravi contributivi per le assunzioni si registra un crollo dei contratti a tempo indeterminato, l’isola registra un più 4,4 per cento. Il secondo miglior risultato d’Italia, dopo la Valle d’Aosta, che tra i primi tre mesi del 2016 e i primi tre del 2017 ha visto aumentare le assunzioni a tempo indeterminato del 21,6 per cento. In un’Italia che ha visto ridursi pesantemente il ricorso al posto fisso la Sardegna dunque sembra essere un’isola felice. I dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps delineano una brusca frenata a livello nazionale. Nei primi tre mesi del 2017 i nuovi contratti a tempo indeterminato, incluse le trasformazioni da apprendistato o da contratti a termine, sono pari a 398.866, con una flessione del 7,46 per cento, ovvero 32.182 nuovi posti stabili in meno rispetto al primo quarto del 2016. Un crollo che non contagia la Sardegna. Anzi. Nell’isola rispetto allo stesso periodo di un anno fa, quando le assunzioni a tempo indeterminato furono 6.040, tra gennaio e marzo sono stati firmati 6.307 contratti. Un incremento pari al 4,4 per cento. Anche se nettamente inferiori ai 9.349 del 2015, quando era possibile a usufruire degli incentivi contribuitivi. I numeri della Sardegna sono in controtendenza rispetto alle altre regioni. In Umbria il calo è stato del 17,5 per cento, nel Lazio del 15,3, nella Marche del 14,5. Calo in doppia cifra anche in Abruzzo e Campania.

Contratti a termine. Dati positivi per la Sardegna anche sul fronte dei contratti a termine. È vero che da questo punto di vista tutta l’Italia è in positivo, ma nell’isola l’incremento è uno dei più alti. Più 18,8 per cento, secondo solo a Lazio e Friuli Venezia Giulia. Nello specifico, le assunzioni a termine sono passate da 15mila a 18.813, le stagionali da 1.696 a 1707. Ma bisogna anche considerare che in Sardegna il ricorso ai contratti stagionali è molto più diffuso nei due trimestri successivi.

Licenziamenti. Nei primi tre mesi del 2017 i licenziamenti sono stati pari a 143.200, in aumento del 2,8 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un incremento concentrato però in quelli per motivi disciplinari (giusta causa e giustificato motivo soggettivo), ovvero le cause di rottura del contratto sulle quali è intervenuto il Jobs act cancellando la possibilità di reintegro nel posto di lavoro in caso di licenziamento giudicato illegittimo. I rapporti a tempo indeterminato, come differenza tra i nuovi e le cessazioni, ammontano così a 17.537 contro i 41.731 del primo trimestre 2016. Il tasso di licenziamento, calcolato sull'occupazione a tempo indeterminato, compresi gli apprendisti, è risultato per il primo trimestre 2017 pari a 1,4 per cento, in linea con quello degli anni precedenti. Ma il maggior contributo è dovuto alle assunzioni di apprendisti (più 29,5) e a quelle a tempo determinato (più 16,5) mentre sono diminuite quelle a tempo indeterminato (meno 7,6).

Cessazioni. Le cessazioni di contratto complessive tra gennaio e marzo 2017 sono state 1,1 milioni, 381.329 delle quali da contratti a tempo indeterminato. Nel solo mese di marzo le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 102.757 in aumento su febbraio (89.948) ma in calo su marzo 2016 (107.830). Le cessazioni da contratto stabile nel mese sono state 131.177, in aumento sia su febbraio che su marzo 2016. In pratica se si guarda al saldo per i contratti a tempo indeterminato (comprese le trasformazioni) nel primo trimestre è stato positivo per 17.537 unità ma il dato è dovuto alla variazione positiva di gennaio (26.575) trainata probabilmente dalla registrazione delle assunzioni stabili di dicembre con gli sgravi previsti per il 2016 mentre a febbraio e marzo il saldo è negativo

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