La Nuova Sardegna

Sassari

Una carriera di encomi

I legali: «Il suo nome anche nel prontuario della società»

16 maggio 2017
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SASSARI. Gli avvocati Lendaro e Vallebella nella loro accorata difesa durante i due processi avevano riferito ai giudici dei numerosi encomi ricevuti negli anni di lavoro dalla direttrice il cui nome figura anche nel prontuario di Poste Italiane: «Una carriera brillante, cominciata quando era molto giovane e proseguita con una dedizione e una integrità morale – hanno sempre rimarcato Lendaro e Vallebella – da tutti riconosciute. Ed è impensabile che una donna di questo spessore possa esser stata così stupida da prelevare somme di denaro a una pensionata ottantenne, addirittura usando la propria password che l’avrebbe resa assolutamente individuabile in ogni momento». Si riferivano, in questo caso, all’episodio di Uri. «Oltretutto l’anziana non ha mai accusato la direttrice, ha presentato una denuncia contro ignoti. E da quel momento è stata vittima della cattiveria di Poste italiane che non le ha dato fiducia». Durante il processo sono stati sentiti molti testimoni. E i loro racconti sono stati importanti: «Attraverso i nostri testi è stato ampiamente dimostrato che l’errore umano, durante un’operazione di quel tipo, era assolutamente plausibile». Lo stesso pubblico ministero all’inizio della sua discussione aveva riconosciuto che si trattasse di «un processo indiziario» ma allo stesso tempo, ritenendo «credibile la denunciante unitamente al fatto che la conversione fu realmente fatta dall’imputata» aveva chiesto una condanna a due anni e otto mesi. Il collegio presieduto da Salvatore Marinaro l’aveva invece assolta. (na.co.)

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