La Nuova Sardegna

Sassari

Aeroporto di Alghero, la Sogeaal: i 45 licenziati saranno tutti riassunti

di Alessandro Pirina
Aeroporto di Alghero, la Sogeaal: i 45 licenziati saranno tutti riassunti

«Passo obbligatorio, chi vincerà l’appalto dovrà ridargli il posto di lavoro». Ma nello scalo si respira un clima di sfiducia: la stagione non decolla

12 maggio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





INVIATO AD ALGHERO. Un mix di speranza e rassegnazione. L’inverno appena passato ha lasciato il segno. Il periodo di Pasqua prima e il Giro d’Italia poi hanno ridato fiato a un territorio ferito. Una città a pezzi dopo un anno che da chiunque viene definito come «il peggiore di sempre». Gli avvisi di licenziamento per i 45 addetti alla sicurezza dello scalo erano attesi da qualche settimana, la Sogeaal aveva pubblicato il bando per la esternalizzazione del servizio, ma all’aeroporto di Alghero la notizia viene accolta come un pugno nello stomaco. L’ennesimo di una lunga serie.

La società. La Sogeaal, però, assicura: nessuno perderà il posto. La società precisa che tutti i 45 dipendenti licenziati saranno riassunti da chi vincerà l’appalto. «Lo prevede un’apposita clausola sociale della gara d’appalto. Il preavviso di licenziamento non è altro che un passo obbligatorio, ex lege, in vista della prossima assegnazione dell’appalto del servizio di security». La Sogeaal rimarca quanto scritto nella lettera di due giorni fa. «Da un’analisi di mercato, rispetto ad altre realtà nazionali e internazionali assimilabili, è emerso che nello scalo di Alghero sono complessivamente impiegate tra il 20 e il 30 per cento in più delle risorse effettivamente necessarie». Di qui la decisione, prevista nel Piano industriale ancora prima della privatizzazione, di affidare il servizio a soggetti esterni «al fine di garantire una maggiore flessibilità legata al flusso dei passeggeri che varia nel corso dell’anno». Un processo di riorganizzazione aziendale, conclude la società, «teso a consentire la salvaguardia di tutti i dipendenti attualmente impiegati nello scalo».

Clima. Ma più che la notizia in sé dei licenziamenti a preoccupare il popolo del Riviera del corallo è il futuro dello scalo. O meglio il presente. Le ferite dell’inverno sono ancora troppo fresche per i dipendenti, i titolari delle attività, i tassisti. E così all’aeroporto per ora si respira un clima da day after. Tra chi lavora nelle attività commerciali dell’aeroporto c’è poca voglia di parlare. «Non ho niente da dire, anche perché ogni giorno viene fuori una notizia diversa», allarga le braccia il titolare della libreria. Ogni vetrina è una scena muta. «Ho appena saputo dei licenziamenti. Non ho nulla da aggiungere», chiude così il discorso il titolare della parafarmacia. L’unica che accetta di dire la sua è Carolina Picone, al timone della tabaccheria dello scalo. «È stato un inverno terribile, non c’era nulla. Solo Alitalia e tre voli Ryanair. Ora finalmente qualcosa inizia a muoversi. Pasqua è stato un buon weekend. Non so come sarà la stagione, i voli sono gli stessi dell’anno scorso, in più ci sono alcuni charter. Speriamo bene». La notizia dei licenziamenti però ha raggelato un clima già non caldissimo. «Lo so, dispiace tantissimo, ma si sapeva che in qualche modo sarebbero intervenuti. L’alternativa era chiudere tutto».

Turisti. Ieri mattina l’aeroporto era popolato da un po’ di turisti. Nell’ordine sono atterrati i charter da Copenaghen e Helsinki, nel pomeriggio da Goteborg. E poi i voli di linea da Milano, Roma, Bergamo, Pisa, Torino, Bologna, Bucarest, Monaco. Un risveglio dal letargo invernale che però dai più viene visto ancora troppo soft. Ma per questa stagione la sensazione è che Alghero debba accontentarsi. I primi effetti della gestione F2i, il fondo che ha acquisito lo scalo dalla Regione, dovrebbero vedersi a partire da settembre.

Tassisti. Troppo tardi per chi vive di turismo. I tassisti sono molto scoraggiati. «Non c’è lavoro, da quando non ci sono più i voli per Londra, Barcellona, Madrid è cambiato tutto». Sul presente di Alghero insomma si aggira sempre lo spettro di Ryanair. «Un tempo qua era pieno di gente ogni giorno, in estate come in inverno. Oggi dobbiamo accontentarci di questi charter, che a noi però non portano lavoro. Si muovono in pullman o in furgone. E noi restiamo fermi». I tassisti sono un fiume in piena. «È stato un anno disperato, il peggiore di sempre, e purtroppo anche la stagione è partita in ritardo». La colpa? «Viene il sospetto che vogliano affossare Alghero a favore di altre realtà».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative