La Nuova Sardegna

Sassari

A Cossoine si studia la zona di protezione

A Cossoine si studia la zona di protezione

La riunione convocata dal Comune con i cittadini si è trasformata in un approfondimento sulla Zps

07 maggio 2017
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COSSOINE. Quello cossoinese si conferma ancora una volta un popolo che vuole essere padrone del proprio destino. Partecipa in massa alla riunione convocata dal Comune sulla Zps (Zona di protezione speciale), incalza i relatori con domande e dubbi, vuole capire l’entità e la sostenibilità di limiti e divieti, chiede di essere convinto fino in fondo che la Zps sia davvero una opportunità. Ne è così scaturito un confronto appassionato, lungo, a tratti spigoloso, con l’obiettivo dichiarato da parte di tutti di fare chiarezza sulle molte implicazioni della zona protetta. Ancora di più perché nella perimetrazione proposta rientra la piana di Su Padru, quel pezzo di territorio per la cui difesa i cossoinesi hanno speso le loro migliori energie, quando si è trattato di arginare l’assalto speculativo del termodinamico. A rispondere alle domande, oltre al sindaco Sabrina Sassu, che ne ha sottoposto anche di proprie, gli esperti Ivo Manca, naturalista e docente universitario, Maria Giovanna Masia, biologa esperta faunista, Damiano Muru, biologo ricercatore universitario, esperto del Psr (Piano di sviluppo regionale). Ma anche due ospiti che le Zps hanno già sperimentato, Francesco Caggiari, sindaco di Bortigali e veterinario, e Santino Gattu, che ha seguito la Zps di Semestene. Ivo Manca ha fornito l’inquadramento generale che riguarda le Zone di protezione speciale, la loro genesi nella “Direttiva uccelli”, il loro inserimento, assieme alle zone speciali di conservazione, nella “Rete Natura 2000”, il loro essere zone di protezione poste lungo le rotte di migrazione dell'avifauna, finalizzate al mantenimento ed alla sistemazione di habitat idonei per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori.

E da subito sono iniziate le domande: se si possono ampliare le strutture esistenti, se ne possono realizzare di nuove, si può continuare con lo sfalcio delle erbe, si può arare, si possono abbruciare le stoppie, si potrebbe realizzare un agriturismo, o una fattoria didattica, quali sono i limiti alla circolazione, con i mezzi, a cavallo, a piedi, con il proprio cane, se si possono usare concimi e/o diserbanti, se si può pulire il sottobosco, se ci sono limiti alla caccia. E gli esperti hanno risposto puntualmente, mostrando le norme che regolano la tutela delle Zps, che di fatto consentono tutte le attività oggetto dei dubbi degli interventi, e sottolineando, in particolare che la soluzione a tutti quei problemi sta nel “Piano di gestione”, che è uno strumento che va costruito dalla comunità. (m.b.)

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