La Nuova Sardegna

Sassari

Il conto del Comune di Olmedo pignorato da un ex consigliere

OLMEDO

Gianmario Piras presentò una richiesta di risarcimento legata alla sua attività imprenditoriale Gli uffici comunali non si opposero all’ingiunzione. Intanto Progetto Olmedo replica a Faedda

29 aprile 2017
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OLMEDO. Il creditore che ha fatto pignorare 41mila euro dal conto corrente del Comune di Olmedo è l’ex consigliere comunale di maggioranza, Gianmario Piras, in carica al tempo dell’amministrazione Diez quando la controversia è esplosa. Come dire che l’ex consigliere ha fatto un’azione giudiziaria contro l’ente che rappresentava. Si arricchisce di nuovi particolari la vicenda che sta scatenando una guerra politica tra il gruppo Progetto Olmedo, che ha amministrato il paese dal 2011 al 2016 sotto la guida di Marcello Diez e l’attuale sindaco Toni Faedda. Il contenzioso era sorto perché la ditta Gmc dello stesso Piras e di Gavino Dettori aveva chiesto un risarcimento danni per la mancanza di acqua potabile nella zona artigianale di Olmedo, dove l’azienda è situata. L’attuale primo cittadino aveva accusato nei giorni scorsi i suoi predecessori di non aver previsto il debito in bilancio, e di dover affrontare altri casi analoghi irrisolti.

E da Progetto Olmedo replicano stizziti: «Il sindaco sta cercando di celare la propria incapacità di sfruttare in modo ottimale le poche risorse disponibili scaricando sui predecessori le sue colpe. Lamenta di essere stato costretto in questi mesi a riconoscere dei debiti fuori bilancio per delle cause perse dal Comune durante l’amministrazione Diez - si legge nel comunicato - ma evita astutamente di dire ai cittadini che gran parte di questi debiti affondano le loro radici nella cattiva gestione delle amministrazioni precedenti in cui l’attuale sindaco ricopriva il ruolo di assessore e di consigliere comunale».

La nota cita un elenco di problematiche risalenti alle precedenti amministrazioni come gli allagamenti nella zona Su Furraghe e il contenzioso con la ditta di Piras e Dettori sita nella zona artigianale che lamentava, appunto, l’assenza di acqua potabile. «L’azienda, che dovette accollarsi i costi di questi servizi - riporta Progetto Olmedo - dopo un lungo iter presentò un decreto ingiuntivo al quale gli uffici preposti, benché incaricati dal sindaco Diez, non si opposero entro i termini prescritti». Un svista che non è rimasta senza conseguenze. Eppure sempre secondo Progetto Olmedo l’amministrazione Diez rimediò ottenendo i fondi necessari a realizzare la condotta nella zona artigianale.

«I debiti di cui si lamenta il sindaco Faedda, rappresentano delle cifre irrisorie rispetto alle centinaia di migliaia di euro di passività pregresse di cui l’amministrazione Diez è stata costretta a farsi carico erodendo le già scarse risorse disponibili. Il gruppo tende anche a precisare che le anticipazioni di cassa non sono debiti che impoveriscono le risorse comunali, ma anticipazioni concesse entro i limiti di legge dalla banca e riguardanti importi che l’ente ottiene con ritardo prevalentemente da Stato e Regione e che il Tesoriere comunale anticipa in attesa che tali risorse vengano trasferite al Comune. «In questo primo anno di amministrazione Faedda - attacca Progetto Olmedo - abbiamo assistito ad una serie di sprechi: dalla creazione di un’altra area dirigenziale all’acquisto di costosi e inutili software, passando per incarichi ad aziende private per l’espletamento di attività riconducibili a mansioni tipicamente esigibili dai dipendenti comunali. E che dire del taglio di 4 mila euro a famiglia per i beneficiari del progetto “Ritornare a casa” o del prossimo aumento della tassa sui rifiuti e ridurre da 7 a 4 il numero di rate con le quali i cittadini possono dilazionare questo tributo? O vogliamo riflettere sullo stato di inutilizzo e di abbandono della fonte di acqua pubblica? E che fine ha fatto il baratto amministrativo, istituito dall’amministrazione Diez e mai attuato dalla giunta Faedda». (p.f.)

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