La Nuova Sardegna

Sassari

Accoglienza migranti: la Sardegna a un bivio

di Silvia Sanna
Accoglienza migranti: la Sardegna a un bivio

Si moltiplicano le assemblee e i dibattiti sull’adesione ai bandi Sprar. Entro il 1° luglio la valutazione dei progetti, poi l’erogazione dei fondi statali

29 aprile 2017
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SASSARI. Assemblee in tutta l’isola, consigli comunali allargati e tavoli ristretti: il tema è sempre lo stesso, l’emergenza migranti. L’isola è di fronte a un bivio, ai sindaci spetta il compito di decidere quale strada prendere. Due scelte possibili: aderire ai bandi Sprar e accogliere un numero di migranti calibrato su quello dei residenti – così come da accordi Anci-Governo – oppure andare avanti con i grandi centri da 100-200 posti gestiti da cooperative e affidati dalle prefetture. Di mezzo, c’è ancora tanta incertezza sui tempi e sulle modalità. Ma anche dubbi sui numeri effettivi e sulle risorse economiche necessarie per garantire accoglienza e favorire l’integrazione dei nuovi arrivati.

Le scelte dei Comuni. Ieri Porto Torres ha detto no a nuovi centri di prima accoglienza, Bosa invece è pronta ad aderire allo Sprar. Sulla stessa strada anche Bonorva, dove si aspetta l’esito dell’assemblea popolare convocata per domenica ma il percorso è stato già individuato: corsia preferenziale per i baby migranti, accompagnati dai genitori oppure rimasti soli al mondo. La stessa scelta compiuta a Villamassargia, nel Sulcis: la maggioranza guidata dal sindaco Debora Porrà ha dato il via libera all’istituzione del registro delle famiglie affidatarie, pronte ad accogliere un minorenne nelle loro case.

Tempi e numeri. Il bando Sprar è sempre aperto, i Comuni possono presentare le manifestazioni d’interesse in qualunque momento. A quel punto si attiva la clausola di salvaguardia: il Comune viene cioè immunizzato rispetto all’apertura di un centro di prima accoglienza straordinaria (Cas). C’è però una scadenza: le domande presentate entro il 5 maggio saranno valutate entro il 1 luglio, in caso di accoglimento ci sarà il via libera i finanziamenti. Le domande presentate oltre il 5 maggio saranno valutate dalla commissione entro la fine del 2017. I fondi per la realizzazione dei progetti saranno per il 95% a carico dello Stato: si tratta di somme vincolate, significa che non possono essere utilizzate per finalità differenti.

I progetti. I centri Sprar sono sottoposti a valutazioni periodiche e le amministrazioni devono presentare richiesta di rinnovo. Il numero delle persone coinvolte deve rispettare i parametri nazionali (2,5 ogni mille abitanti, arrotondamenti per le grandi città): se la quota è inferiore, la clausola di salvaguardia è destinata a decadere.

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