La Nuova Sardegna

Sassari

Condannati a Sassari i nonni coltivatori diretti di “marijuana”

di Luca Fiori
Condannati a Sassari i nonni coltivatori diretti di “marijuana”

Tre anni di reclusione a Nicolò Sechi, 75 anni, di Burgos e Basilio Bullitta, 62, di Ittireddu, arrestati ad agosto con 54 chili di droga

28 aprile 2017
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SASSARI. Ad agosto dello scorso anno erano finiti in manette quando i carabinieri della compagnia di Bono avevano scoperto la coltivazione - in località Funtana Tenera - con 476 piante di marijuana. Nicolò Sechi, 75 anni, di Burgos e Basilio Bullitta, 62, di Ittireddu, entrambi agricoltori, erano stati bloccati proprio mentre erano intenti a irrigare le piante. Nel corso delle perquisizioni i carabinieri avevano poi sequestrato 17 sacchi per un totale di 54 chili di marijuana (nascosti in alcuni anfratti), attrezzature e materiali utili per la coltivazione della droga.

Ieri mattina il giudice dell’udienza preliminare Antonello Spanu ha condannato entrambi a tre anni di reclusione, accogliendo la richiesta di condanna del pubblico ministero Angelo Beccu. Per entrambi il giudice ha disapplicato l’articolo 80 sull’ingente quantitativo, dopo il giallo della sparizione del campione su cui era stata effettuata la perizia tossicologica. L’esperto era stato incaricato di accertare il quantitativo di principio attivo presente nella droga che era stata sequestrata agli imputati dai carabinieri: 476 piante di cannabis (25 chili in tutto) e altri 29 chili già sistemati all’interno di diciassette sacchi. In tutto, quindi, 54 chili di marijuana. Attraverso il campione che gli era stato messo a disposizione (un plico contenente 44,5 grammi di droga) il perito ha accertato un principio attivo tra il 10 e il 12 per cento, cannabis purissima quindi. Ma contrariamente a quanto figurava negli atti, nel plico consegnato al tecnico c’erano solo dodici grammi di cannabis, e non 44,5.

Ritenendo che il campione fosse valido per tutti i 54 chili di droga il perito ha dedotto che il principio attivo fosse altissimo. Ma ha comunque rilevato che dentro il pacco ci fosse un quantitativo inferiore rispetto a quello che era stato disposto per eseguire gli accertamenti. Durante la scorsa udienza il pm Beccu aveva annunciato accertamenti per capire cosa fosse accaduto durante la distruzione della cannabis e se ci fossero state delle responsabilità. Ieri il Gup Antonello Spanu ha ritenuto gli elementi di prova sufficienti per arrivare a una condanna di tre anni per entrambi gli imputati, difesi dagli avvocati Sergio Milia e Antonio Secci. Ad agosto dello scorso anno l’operazione dei carabinieri della compagnia di Bono era scattata dopo che i militari del 10° Nucleo elicotteri di Olbia, con i colleghi della stazione di Foresta Burgos e dello Squadrone eliportato dei Cacciatori di Sardegna avevano individuato chiaramente la vasta piantagione. I due “nonnini” con la passione per la marijuana erano stati fermati mentre si prendevano cura dell’immensa piantagione e le loro giustificazioni davanti ai carabinieri non erano bastate ad evitare a entrambi di finire in manette.

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