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Sassari, dopo 16 anni si è avverato l’ultimo desiderio di Iosè

di Luigi Soriga
Sassari, dopo 16 anni si è avverato l’ultimo desiderio di Iosè

Ha 87 anni e nel ’91 aveva scritto alla Nuova: «Vorrei un giardino a Luna e Sole». Ogni volta che il Parkinson le dà tregua, lei va nel parco e guarda i bimbi giocare

26 aprile 2017
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SASSARI. Quel foglio di giornale è riemerso da un cofanetto polveroso, ma anche dal cassetto dei ricordi. La data è 18 agosto 1991. La rubrica è “Ditelo alla Nuova Sardegna”, e il titolo del trafiletto recitava così: “L’ultimo desiderio: il verde e le panchine”.

La signora Iosè Mosca stringe tra le mani quel pezzo di carta e si fa una bella risata. Primo perché, alla faccia dell’ultimo desiderio, sono passati la bellezza di sedici anni. E secondo perché quella sua richiesta è stata esaudita. «Devo assolutamente avvisare i giornalisti della Nuova – ha pensato Iosè Mosca – magari il mio articoletto non è servito a molto, ma è sempre una gioia quando scopri che l’ultimo desiderio si è avverato».

La rubrica cominciava proprio così: «Mi sono chiesta tante volte perché via Luna e Sole, pur essendo una via nuova e larga non sia mai stata alberata. L’unico spazio libero che esiste tra via Luna e Sole e via De Carolis è abbandonato: erba incolta alta due metri, oppure viene utilizzato come deposito di materiali. Sarà mai possibile vedere quell’area attrezzata con un po’ di verde, e magari qualche panchina? Spero di poter vedere realizzato questo mio sogno prima di passare... a miglior vita».

Ora Iosè Mosca ha 87 anni, rossetto rosso fiammante, occhiali da sole, qualche acciacco, ma buon umore di serie e neuroni reattivi e vivaci che non perdono un colpo. «A dire il vero, dopo sedici anni avevo quasi perso le speranze di vedere questo giardino realizzato: scivoli, altalene, giochi per bambini, un prato ben curato, otto panchine. Che a dirla tutta sono un po’ poche, ce ne vedrei bene altre quattro sotto l’ombra degli alberi. Finalmente noi residenti vediamo un quartiere che sorride, e in queste giornate di sole, ammirare i bambini che giocano e si divertono, è una boccata di vita».

In tutti questi anni qualche piccola novità c’è stata: «Sono rimasta vedova, ho Mr Parkinson a farmi compagnia, e mia figlia che ha deciso di prendersi cura di me».

Iosè ha tre figli, cinque nipoti, e sei pronipoti, il più piccolo dei quali ha due anni. «Quando mi sento bene e il sole mi aiuta, ne approfitto subito per trascorrere un’oretta al parco. Guardo i bambini e penso ai miei pronipoti. E sono contenta che la città abbia un occhio di riguardo verso le nuove generazioni. E anche quando fa brutto, mi affaccio dalla finestra di casa e guardo questa piccola oasi felice dall’alto». Però, archiviato con lieto fine l’ultimo desiderio del 1991, era più che scontato che la lista dei sogni dovesse aggiornarsi: «Mi piacerebbe che il Comune desse all’associazione Parkinson Sassari Onlus una sede fissa dove organizzare iniziative di teatro, musica, reading, ginnastica, sport. Gli spazi attualmente a disposizione non sono adatti. E visto che mi è andata bene una volta, perché non fare il bis? Tanto per passare a miglior vita c’è sempre tempo...».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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