La Nuova Sardegna

Sassari

Reparti chiusi, disagi per i diabetici

Il Fronte Indipendentista chiede l’immediato ripristino dei servizi: «Diritti violati»

25 aprile 2017
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SASSARI. Il Fronte Indipendentista Unidu chiede l’immediata riapertura del reparto di Diabetologia dell'Aou di Sassari: «È inaccettabile che un intero reparto chiuda per l'assenza di specialisti. Il "Piano della malattia diabetica" elaborato dalla Commissione Ministeriale Diabete del 2011, per tutte le Regioni a statuto ordinario, speciale e le Province di Trento e Bolzano, recita: "il diabete rappresenta, in tutto il mondo uno dei principali problemi di organizzazione di sistemi di tutela della salute". La cura del diabete è un diritto sancito».

Analizzando il caso specifico della Sardegna, emerge che l’isola sia tra le prime 5 regioni per diffusione del diabete e la prima per numero annuale di nuovi casi di tipo 1; inoltre l'incidenza della patologia in fascia infanto-giovanile è di oltre 50 casi per 100.000 abitanti. «Quindi si può dire che, solo a Sassari, ci sono circa 65 nuovi casi all'anno. La norma e le statistiche sono disattese nell'erogazione dei servizi a livello locale. Lo dimostra il caso di un bambino sassarese che nel febbraio scorso si è improvvisamente visto privato del microdiffusore, perché l'utilizzo era stato concesso per soli tre mesi. In realtà, il dispositivo era stato fornito dall'ospedale Gaslini di Genova, in attesa e con inoltro di apposita domanda, alla Asl di Sassari affinché gli fosse fornito in via definitiva. Al tempo, la risposta della Asl n. 1 è stata che i tempi d'attesa erano molto lunghi e che erano presenti domande inevase dall'anno precedente». Ma i disagi non riguardano solo il singolo paziente.

«Sino a poco tempo fa, gli utenti dovevano andare con cadenza trimestrale dal diabetologo per i controlli di routine, e i tempi non erano lunghi.Ora invece non solo questa buona prassi di monitoraggio del paziente si è persa, ma si deve passare per il CUP per fissare appuntamento o anche per rinnovare il piano terapeutico (compresa la visita oculistica, in quanto complicanza della patologia), con annessi disagi. Allo stato attuale, le uniche risposte che sa dare il Cup agli utenti sono due: chiusura delle agende appuntamenti, con visite fissate sino a luglio; carenza di personale medico».

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