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Sassari, maltrattamenti: marito violento condannato a 22 mesi

Sassari, maltrattamenti: marito violento condannato a 22 mesi

La donna, dopo un’aggressione, riportò la frattura delle braccia. Vittima anche la figlia minorenne

22 aprile 2017
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SASSARI. «Un regime di vita intollerabile» definiva il giudice Rita Serra l’ambiente familiare nel quale erano costretti a vivere una donna e sua figlia. «Una serie continua di sofferenze fisiche e morali» si legge nell’atto che ad agosto del 2016 disponeva di procedersi con giudizio immediato nei confronti di un funzionario sassarese di 62 anni. «Ingiurie, umiliazioni, minacce, soprusi». Come una volta in cui «durante una lite ferì la figlia minorenne con i vetri della porta che aveva sfondato per raggiungerla».

Accuse pesanti che l’imputato – in una delle ultime udienze nel rito abbreviato che si è concluso ieri davanti al giudice Antonello Spano – ha provato a ridimensionare, raccontando la sua versione dei fatti con le lacrime agli occhi. Il pm Cristina Carunchio ha chiesto una condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione per maltrattamenti, lesioni e omissione di soccorso. Il giudice gli ha inflitto un anno e 10 mesi con la sospensione condizionale della pena subordinata al pagamento di 10mila euro alla moglie e 5mila alla figlia.

L’episodio più grave risale ad aprile dell’anno scorso ed è descritto nel capo di imputazione: «Afferrò la moglie per entrambe le braccia, girandogliele su se stesse, spingendola, facendole sbattere il volto sul pavimento fino a perdere i sensi». Lei era finita in ospedale con entrambe le braccia fratturate, un trauma cranico ed ecchimosi varie al volto. Era stata ricoverata con una prognosi di trenta giorni. All’imputato era contestata anche l’omissione di soccorso perché proprio in quell’occasione «ometteva di prestare l’assistenza occorrente e di darne immediato avviso alle autorità, anche impedendo alla propria figlia di richiedere l’intervento del 118, sottraendo a quest’ultima il telefonino cellulare». Lui ha sempre fornito una ricostruzione diversa dei fatti ammettendo di aver spinto la moglie che si sarebbe fratturata le braccia in seguito alla caduta e non alle sue percosse. Tesi sostenuta anche dal suo avvocato difensore Ettore Licheri. Le persone offese erano assistite dall’avvocato Agostinangelo Marras sostituito per la discussione dalla collega Mattia Doneddu che davanti al giudice ha ricostruito con dovizia di particolari una vita da incubo durata quasi vent’anni. (na.co.)

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