La Nuova Sardegna

Sassari

Sparita la droga della perizia, si indaga

di Nadia Cossu
Sparita la droga della perizia, si indaga

Colpo di scena nel processo per 54 chili di marijuana. L’esperto doveva analizzare lo stupefacente ma c’era un ammanco

18 aprile 2017
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SASSARI. Il processo con rito abbreviato a carico di due anziani “coltivatori” di marijuana – Nicolò Sechi, 75 anni, di Burgos e Basilio Bullitta, 62, di Ittireddu – arrestati lo scorso agosto nelle campagne di Bonorva, potrebbe riservare qualche colpo di scena. Alcuni giorni fa, in udienza, il perito ha illustrato al giudice Antonello Spano le conclusioni della sua relazione. L’esperto era stato incaricato di accertare il quantitativo di principio attivo presente nella droga che era stata sequestrata agli imputati dai carabinieri: 476 piante di cannabis (25 chili in tutto) e altri 29 chili già sistemati all’interno di diciassette sacchi. In tutto, quindi, 54 chili di marijuana.

Attraverso il campione che gli era stato messo a disposizione (un plico contenente 44,5 grammi di droga) il perito ha accertato un principio attivo tra il 10 e il 12 per cento, cannabis purissima quindi. Ma contrariamente a quanto figurava negli atti, nel plico consegnato al tecnico c’erano solo dodici grammi di cannabis, e non 44,5.

Ritenendo che il campione fosse valido per tutti i 54 chili di droga il perito ha dedotto che il principio attivo fosse altissimo. Ma ha comunque rilevato che dentro il pacco ci fosse un quantitativo inferiore rispetto a quello che era stato disposto per eseguire gli accertamenti.

La domanda è immediata: come si fa a stabilire che anche negli altri sacchi – nel frattempo andati distrutti – ci fosse lo stesso principio attivo? Come si può cioè fare una valutazione sulla base di un campione così piccolo? E, soprattutto, che fine ha fatto la droga mancante?

Interrogativi ai quali cercherà di dare una risposta il pubblico ministero Angelo Beccu che, al termine della requisitoria, ha chiesto sì la condanna a tre anni per ciascuno degli imputati (Sechi è difeso da Sergio Milia) e il pagamento di 30mila euro di multa solo per Bullitta (assistito dall’avvocato Antonio Secci) ma disapplicando l’articolo 80 sull’ingente quantitativo. Immediatamente Beccu ha annunciato accertamenti per capire cosa sia accaduto durante la distruzione della cannabis e se ci siano delle responsabilità. Ha contestato il fatto che la difesa non sia stata informata e ha rilevato l’inconcepibile anomalia dell’ammanco nel plico messo a disposizione del perito.

I difensori Secci e Milia hanno chiesto che la condanna degli imputati sia relativa solo alla sostanza presente nella campionatura: dodici grammi.

Il giudice deciderà nell’udienza del 27 aprile.

Ad agosto i militari della compagnia di Bono avevano scoperto la coltivazione – in località Funtana Tenera – con 476 piante di marijuana, i due anziani agricoltori erano stati bloccati proprio mentre erano intenti a irrigare le piante. Nel corso delle perquisizioni i carabinieri avevano poi sequestrato 17 sacchi con altri 29 chili di marijuana (nascosti in alcuni anfratti), attrezzature e materiali utili per la coltivazione della droga.

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