La Nuova Sardegna

Sassari

Madre con una bambina malata da due mesi senza luce in casa

di Gavino Masia
Madre con una bambina malata da due mesi senza luce in casa

Storie drammatiche nella schiera dei nuovi poveri, in aumento le famiglie in difficoltà economiche L’assenza di opportunità lavorative ha peggiorato la situazione, richieste di assistenza quotidiane

13 aprile 2017
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PORTO TORRES. Aumentano le povertà e diminuiscono le opportunità di lavoro in una città dove c’è tantissima gente disperata che riesce a sopravvivere solo grazie all’intervento delle Caritas diocesane e ai sostegni economici del Comune. Le storie non mancano: una signora che vive in periferia con una bimba gravemente malata, cui l’Enel ha staccato la luce da un paio di mesi perché non riusciva a pagare le bollette con la pensione di circa 200 euro che riscuote mensilmente per le patologie della piccola. Scene di ordinaria povertà che non dovrebbero neppure accadere. E invece succedono.

Il sistema economico è crollato insieme a quello industriale, ed è stato aggravato dalla mancanza di alternative di lavoro. Alla Caritas dello Spirito Santo, fondata 40 anni fa da don Salvatore Ruiu, in principio chiedevano assistenza le famiglie numerose con reddito basso e ora sono invece i cinquantenni che hanno perso il lavoro e i trentenni che lavorano saltuariamente (400 euro al mese) nei progetti per le “povertà estreme”.

«Vengono a chiedere un aiuto per pagare le bollette della luce o dell’acqua – dice don Ruiu –, perché hanno il timore che questi beni vengano improvvisamente sospesi, e a volte chiedono la bombola per scaldarsi d’inverno e per cucinare: chiedono pure una mano per pagare l’affitto della casa, medicine per curarsi, indumenti e il pacco viveri».

E che la situazione della povertà non è migliorata per niente lo confermano anche alla Caritas di San Gavino, diretta da don Mario Tanca: le richieste di pagamento delle bollette dell’Enel arrivano sia dai nuclei familiari che da imprese che rischiano di chiudere l’attività. «Le visite riguardano persone che chiedono il pacco degli alimenti – aggiunge don Tanca –, ma più frequentemente ci sono quelli che chiedono soldi: all’orizzonte non c’è, purtroppo, alcuna speranza concreta di ripresa, considerando che senza lavoro non esiste fonte di reddito che possa alleviare la sofferenza economica». E’ salito progressivamente a 15 il numero delle famiglie assistite ogni settimana dall’associazione Anteas, attraverso la distribuzione di beni di prima necessità alle famiglie indigenti. L’assessorato alle Politiche sociali l'anno scorso ha effettuato più di 700 interventi di sostegno economico, numeri simili a quelli di due anni fa, e si tratta di azioni indirizzate verso quegli utenti che non riescono a sopperire alle prime necessità come pagamenti di affitto, bollette e acquisto di beni alimentari. «Spendiamo ogni anno circa 5milioni di euro per tutti i progetti di assistenza rivolti ai cittadini – dice l’assessora Rosella Nuvoli – e le emergenze si susseguono e dobbiamo fronteggiarle con le risorse che abbiamo a disposizione, consapevoli che purtroppo si va a fare i conti con i tagli». Per il 2017 la Regione ha introdotto il Reddito inclusione sociale, aggiunge Nuvoli, «prevede che ogni erogazione economica venga legata ad una progettualità ben precisa, come ad esempio l'inclusione attiva dei beneficiari di progetti lavorativi, di formazione, di volontariato».

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