La Nuova Sardegna

Sassari

Aspirante generale “batte” il ministero

di Daniela Scano
Aspirante generale “batte” il ministero

Il Tar accoglie il ricorso di un colonnello che nel 2011 venne superato da Salvatore Favarolo e Paolo D’Ambola

10 aprile 2017
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SASSARI. Un «difetto di motivazione» nel 2011 viziò il giudizio sulle qualità di cinque colonnelli in corsa per diventare generali. Uno di loro, lasciato indietro da una commissione formata da superiori in grado, ha portato davanti al Tar il ministero della Difesa e due ufficiali molto conosciuti in Sardegna. Uno di loro è l’ex comandante della Legione Sardegna Salvatore Favarolo, ittirese doc, attuale comandante dell’Arma nelle Marche; l’altro è l’ex comandante provinciale dell’Arma di Sassari Paolo D’Ambola, nel luglio del 2015 diventato presidente del Co.Ce.R.

Contro i suoi superiori, che non si sono costituiti in giudizio, lasciando che lo facesse il ministero, si era mosso sei anni fa il colonnello dei carabinieri Giuseppe Lanzillotti. A marzo la giustizia amministrativa gli ha dato ragione con una sentenza destinata a far discutere. Pur ribadendo l’insindacabilità del giudizio espresso dalla Commissione ministeriale che valutò i meriti degli ufficiali dell’Arma, infatti, il verdetto entra nel merito dei giudizi espressi dai vertici militari sulle qualità e l’attitudine al comando dei propri ufficiali. Giudizi che tengono conto di parametri oggettivi (titoli di studio, encomi, corsi di formazione) ma anche di valutazioni soggettive che fanno la differenza tra chi viene promosso e chi no. Giudizi che, scrivono i giudici del Tar, devono essere riformulati per «assicurare la trasparenza e la imparzialità della valutazione». Parole che pesano.

I giudici della sezione prima-bis del Lazio hanno accolto il ricorso del colonnello Giuseppe Lanzillotti che nel 2011 ricevette dalla “commissione superiore di avanzamento” un punteggio inferiore rispetto a quattro parigrado. Il Tribunale amministrativo ha annullato l’esito del giudizio di avanzamento degli alti ufficiali dell’Arma. I generali Favarolo e D’Ambola non saranno degradati e tuttavia la commissione dovrà riformulare i suoi giudizi «utilizzando – scrivono i giudici amministrativi del Lazio – un metro valutativo uniforme».

Nel suo ricorso al Tar del Lazio, il colonnello Lanzillotti lamentava “eccesso di potere” e “disparità di trattamento” da parte della commissione ministeriale. Per verificare questa tesi, all’inizio del procedimento i giudici amministrativi hanno ordinato al ministero della Difesa di depositare i libretti di tutti gli ufficiali chiamati in causa. Dalla lettura della documentazione sono arrivate le conferme alle argomentazioni di Lanzillotti. Questo non tanto nel confronto tra il colonnello e il generale Favarolo. «Si tratta di un ufficiale che mostra un trend di continua crescita – si legge nella sentenza, che ricostruisce la lunga e brillante carriera di Favarolo – che lo ha portato a iniziare la carriera militare “dal basso” e con ottimi risultati». «In conclusione si tratta di un ufficiale che si è fatto da subito ben giudicare per le capacità professionali che sono state crescentemente apprezzate dai superiori e lo hanno portato a rivestire incarichi di livello territoriale particolarmente elevati – si legge nella sentenza –. Prevalenza che il ricorrente invano tenta di sminuire invocando la sua maggiore varietà di impegno all’estero e in Italia, dato che ai fini dell’avanzamento nell’Arma dei Carabinieri viene particolarmente valorizzato il periodo di comando soprattutto in aree caratterizzate da alto indice di criminalità». In effetti, la storia del generale Favarolo è costellata di successi maturati mentre guidava l’Arma in Barbagia e in Ogliastra, dove il 26 settembre del 2003 catturò lil latitante Pasquale Stochino.

È piuttosto nel confronto tra i titoli del colonnello Lanzillotti e quelli del generale D’Ambola che i giudici del Tar hanno trovato motivo per riaprire i giochi delle valutazioni. «D’Ambola – scrivono i giudici del Tar nella sentenza 3327 – ha riportato risultati peggiori nei corsi formativi, ha frequentato un numero minore di corsi, conosce meno lingue straniere, non ha frequentato il corso di Alta formazione, ma vanta maggiori titoli accademici, oltre a un titolo di abilitazione professionale». Senza considerare che il colonnello Lanzillotti vanta due encomi e un elogio mentre il generale D’Ambola, nella sua lunga carriera, nel 2011 poteva fregiarsi solo di un elogio del 1988.

Pur chiarendo che non sarà certo una sentenza a far diventare generale un colonnello, il Tar spiega che «il ricorso deve essere accolto, in considerazione del difetto di motivazione che inficia il giudizio sulle qualità culturali e morali del ricorrente e dei controinteressati (e anche delle capacità professionali limitatamente a D’Ambola ) nonché del giudizio sull’attitudine ad assumere incarichi del grado superiore con conseguente annullamento, per quanto di ragione, dei relativi atti valutativi impugnati». La commissione dovrà insomma «riformulare i giudizi contestati, utilizzando un metodo valutativo uniforme al fine di assicurare trasparenza e imparzialità della valutazione».

Nel frattempo, il ministero della Difesa è stato condannato a pagare le spese di giudizio al colonnello Lanzillotti.

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