La Nuova Sardegna

Sassari

Il vescovo: no a discriminazioni e divisioni

Il vescovo: no a discriminazioni e divisioni

Monsignor Melis: non chiudiamo le porte alle famiglie “fuori norma”, lo ha detto anche il Papa

09 aprile 2017
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OZIERI. Superare la divisione tra famiglie cosiddette “regolari” e “irregolari” e porre tutti sotto l’istanza comune del Vangelo: ecco il “comandamento” nuovo che il vescovo di Ozieri indica al popolo della sua diocesi. Un invito forte, ma delicato, come tutta la lettera che il presule ha scritto nei giorni scorsi ai 60mila abitanti della sua Chiesa locale, intitolata “La famiglia, casa di Dio e luogo della Grazia”, consegnata nelle mani di sposi, genitori, fidanzati, figli, nonni e sacerdoti.

A papà e mamme monsignor Corrado Melis chiede particolare attenzione e sensibilità verso l’oratorio, l’educazione alla multiculturalità, l’educazione alla pace e alla salvaguardia del creato. Non solo nel Logudoro, ma in tutta la Sardegna, diminuisce costantemente il numero delle coppie che si uniscono in matrimonio davanti all’altare; calano anche le nozze civili, aumentano le convivenze, alcune generate dalle 2416 separazioni e 2207 divorzi registrati nell’isola nel 2015.

Monsignor Corrado Melis chiude la porta alle discriminazioni. «A te, famiglia, vorrei anche affidare un pensiero relativo all’atteggiamento, ai giudizi, all’indifferenza che talvolta, forse inconsciamente, manifestiamo verso famiglie “fuori norma”... Dal Papa a queste famiglie arriva l’incoraggiamento a vivere la propria appartenenza ecclesiale – senza sentirsi scomunicati – con la preghiera, l’ascolto della Parola di Dio, la frequenza alla liturgia, l’educazione cristiana dei figli, il servizio ai poveri, l’impegno per la giustizia e la pace. Papa Francesco ci invita inoltre a confidare nella “gioia dell’amore”, perché l’amore sa trovare la via».

«Ho voluto scrivere alle famiglie – dice don Corrado – perché non si può cedere alla tentazione di perdere la speranza a causa dei nostri limiti. Malgrado i numerosi segnali di crisi del matrimonio, il desiderio è quello di raccogliere le forze umane e spirituali che ci uniscono e decidere di continuare a camminare per le nostre famiglie e per tutte quelle che si sono fermate o hanno rallentato il passo».

La lettera pastorale – ispirata all’esortazione apostolica di Papa Francesco Amoris Laetitia – si articola in sei capitoli, tutti con al centro alcune caratteristiche di quella che il vescovo chiama “chiesa domestica”. La famiglia prima di tutto gioia dell’amore con un inno alla tenerezza, definita “anima della relazione nuziale”. Quindi “luogo di ascolto e annuncio del Vangelo”, e “insostituibile scuola di vita”. La Chiesa collabora con la famiglia per “l’educazione alla fede” e per costruire “la casa degli affetti”. Infine il vescovo Melis indica le opere della parrocchia per la famiglia: percorsi di preparazione al matrimonio e al battesimo, catechesi dei bambini e dei ragazzi, gruppi famigliari, lavorare con i giovani per un futuro di speranza. Poi l’augurio finale: «Che Dio possa tenervi nel palmo della sua mano e vi benedica».

Mario Girau

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