La Nuova Sardegna

Sassari

Lingua Blu, nuovo virus riparte la vaccinazione

Quasi sconfitto il sierotipo 1 che nel 2013 causò l’abbattimento di 100mila capi Ora la minaccia viene dal sierotipo 4, con zone a rischio soprattutto nel Goceano

06 aprile 2017
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SASSARI. Dopo l’ultima epidemia del 2013 provocata dalla Lingua Blu con oltre 1.300 focolai e 25mila capi deceduti nella Provincia di Sassari, 5mila focolai e circa 100mila capi morti per danno diretto in Sardegna, il virus BT sierotipo 1, è stato praticamente sconfitto grazie alla scelta della Regione di adottare a partire dal 2014 la profilassi vaccinale obbligatoria, che nella ex Asl ha raggiunto percentuali di adesione superiori all’80% con punte lo scorso anno dell’85% con oltre 800mila interventi vaccinali. Ma un nuovo nemico è sceso in campo: il Sierotipo 4, uguale a quello registrato in molte regioni italiane lo scorso anno, che sta preoccupando gli addetti ai lavori, in quanto la popolazione ovina sarda non ha protezione. Motivo per cui la Regione ha deciso di procedere alla vaccinazione di tutti gli ovini presenti negli allevamenti in un raggio di 20 chilometri attorno alle positività rilevate dal sistema di sorveglianza sierologica.

Questo il succo del lavoro della unità di crisi locale per la Blue Tongue (febbre catarrale degli ovini) che si è riunita ieri per fare il punto sulla strategia vaccinale per il 2017.

Presenti oltre agli specialisti dell’assl, dell’istituto Zooprofilattico e dell’università, i veterinari dell’associazione regionale allevatori e i rappresentanti di Coldiretti, Cia, Confagricoltura e Apa.

Presenti, per l’Ats Sardegna, il Direttore Sanitario Francesco Enrichens e il Direttore dell’Assl di Sassari Giuseppe Pintor.

«I territori – dice il responsabile dell’unità di crisi Locale Franco Sgarangella – inseriti, da Regione e Osservatorio Epidemiologico, in quelli a maggior rischio e da sottoporre subito a profilassi, sono il Goceano a Sud, e quindi la fascia verso nord tra Pattada, Ozieri Tula, Chiaramonti, Ploaghe ed Erula, confinante con le zone dove sono state riscontrate le positività. Il vaccino per il sierotipo 4 e già disponibile da qualche giorno, si tratta sempre di un vaccino inattivato, spento, sicuro ed efficace, che per gli ovini richiede solo una dose per la copertura immunitaria degli animali, e che è già stato usato lo scorso anno in diverse regioni italiane. I nostri veterinari hanno già iniziato la profilassi, per cui invitiamo gli allevatori di quelle zone a maggior rischio, a prenotarsi quanto prima presso gli uffici Assl, e comunque a mettere in atto, anche quelle misure di profilassi diretta, per la riduzione dell’insetto vettore, di igiene zootecnica e protezione degli animali, conosciute ormai da tutti, e che dovrebbero vedere impegnate anche tutte le istituzioni che a vario titolo gestiscono aree che favoriscono la proliferazione dell’ insetto».

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