La Nuova Sardegna

Sassari

Sanità malata a Sassari, allarme dei primari: manca tutto, anche le garze

di Luigi Soriga
Sanità malata a Sassari, allarme dei primari: manca tutto, anche le garze

I reparti denunciano la peggiore situazione degli ultimi 20 anni: costretti a cambiare le terapie perché finiscono i farmaci

01 aprile 2017
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SASSARI. Mai all’ospedale civile la situazione era precipitata in questa maniera. I primari non possono parlare apertamente, perché le comunicazioni con la stampa all’Aou sono blindate, ma i malumori trapassano i muri e hanno una densità inquietante. «In vent’anni non era mai capitato di lavorare in condizioni simili – si lamentano – siamo in condizioni da terzo mondo. Al punto di non avere garze per medicare i pazienti, al punto di dover elemosinare il cotone, al punto di dover pregare l’amico magazziniere per metterti da parte quella scorta. Un centro Emergency del Sudan è ben più fornito del Santissima Annunziata. A questo siamo arrivati: la situazione sta diventando esplosiva, e purtroppo non si intravvedono soluzioni a breve termine».

Gli scaffali sono sguarniti e l’elenco della spesa la dice lunga sulle condizioni in cui si trovano a dover operare le equipe mediche. Non ci sono garze, pannolini, pannoloni, provette, nutrizioni enterali, cateteri vescicali, siringhe, aghi. «Dobbiamo addirittura centellinare i tapini per gli aghi cannula, perché sono finiti anche quelli. E sapete cosa significa? Che non si possono cambiare più ogni tre giorni, come le regole igieniche prescriverebbero, e in questo modo il rischio di infezioni aumenta».

Anche la Farmacia arranca dietro alle continue richieste che provengono dai reparti. Le convenzioni con i fornitori sono scadute, e quindi si va avanti ad acquisti estemporanei, che possono coprire il fabbisogno di qualche settimana. E poi punto e accapo, con il personale amministrativo che impazzisce dietro la voracità fisiologica dell’assistenza. «È capitato anche questo: con un determinato paziente abbiamo impostato una terapia farmacologica, e poi l’abbiamo dovuta modificare in corsa perché i medicinali da somministrare erano terminati. Come si fa a garantire delle prestazioni adeguate, se ogni giorno ci si deve arrangiare con quel che passa il convento?».

Altra emergenza: era accaduto già a febbraio, e le sale operatorie si erano dovute fermare per un giorno. Ora scarseggia nuovamente il curaro, uno dei componenti fondamentali delle anestesie: le scorte sono molto risicate e si rischia ancora una volta il blocco degli interventi differibili.

Oltrettutto se sino a un mese fa si riusciva a supplire alle carenze di magazzino attingendo qua e là dagli altri ospedali dell’Azienda Tutela della Salute (Ats), da qualche settimane le Asl di Olbia e Nuoro, giusto per fare un esempio, hanno chiuso i rubinetti. Perché tutte le amministrazioni hanno problemi sulle tempistiche di rinnovo di alcune gare d’appalto, e non sono più in condizioni di cedere le proprie scorte ai vicini di casa.

A Sassari le gare scadute erano 230, e il manager Antonio D’Urso ha messo in campo una task force per rendere più efficiente il settore che si occupa di appalti e acquisti. «E l’equipe sta lavorando con ritmi disumani – assicura il direttore sanitario Nicola Orrù – alcune gare sono già andate a bando, ma i tempi della burocrazia non sono così rapidi. Perciò per risolvere le criticità occorreranno ancora alcuni mesi. Siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà che i primari stanno affrontando, e non ce la mettiamo tutta per venire incontro a ogni loro richiesta. È un momento difficile che bisogna superare con la massima collaborazione reciproca».

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