La Nuova Sardegna

Sassari

Estorsione, assolto imprenditore

di Nadia Cossu
Estorsione, assolto imprenditore

Imputato Sergio Branca, presidente della “Servizi immobiliari”. Dalla truffa scagionato anche il socio

30 marzo 2017
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SASSARI. Non ci fu alcuna estorsione, i soldi che Sergio Branca – 52 anni, presidente della “Servizi Immobiliari” (società di amministratori di condominio) – aveva incassato dall’imprenditore Manunta servivano tra le altre cose per pagare i fornitori e questo è stato ampiamente dimostrato in aula da prove testimoniali e documentali esibite dagli avvocati difensori Marco Enrico e Luigi Esposito.

Per questo motivo il giudice Salvatore Marinaro ha assolto Branca dalle accuse di estorsione e falsità in scrittura privata «perché il fatto non sussiste». Coimputato nello stesso processo – ma solo relativamente all’accusa di truffa – anche Andrea Pintus, amministratore della stessa società, assolto anche lui per intervenuta prescrizione.

La vicenda che ha coinvolto Branca, persona molto conosciuta in città e con un passato da affermato tennista, risale al 2008. All’epoca fu anche arrestato per quei fatti (in realtà dopo un solo giorno il gip lo aveva rimesso in libertà per insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza) dai carabinieri che avevano assistito alla consegna all’imprenditore di tremila euro da parte del titolare di una impresa edile.

Insieme a Branca era finito a processo anche il socio Andrea Pintus, 50 anni, amministratore della “Servizi Immobiliari”. Pintus (assistito dagli avvocati Ivano Iai e Francesco Bozzano) era imputato di concorso in quattro truffe ad altrettanti condomini amministrati dalla società “Servizi Immobiliari” e di falsità in scrittura privata. I due, secondo la tesi sostenuta dal pubblico ministero, avrebbero formato preventivi fasulli con proposte contrattuali più costose rispetto a quella che volevano far approvare dall’assemblea.

Nel processo si erano costituiti parte civile gli imprenditori Gianni e Salvatore Manunta, rispettivamente di 41 e di 68 anni. Il primo, titolare della Fincos, sosteneva di essere stato costretto da Branca a consegnargli, in diverse tranche, ventottomila euro per evitare il blocco dei pagamenti di alcuni stati di avanzamento di lavori appaltati alla Fincos. Sarebbe invece di dodicimila euro, in quattro «rate» pagate con bonifici bancari, la somma estorta a Salvatore Manunta. Quest’ultimo aveva fatto scattare un’indagine dei carabinieri, i militari avevano individuato diciannove persone offese, ossia i condomini di quattro palazzi dove, tra il marzo 2006 e la fine di ottobre del 2007, la Fincos avrebbe eseguito lavori di ristrutturazione per conto della «Servizi Immobiliari». I due imputati, queste le accuse, avrebbero presentato preventivi falsi e salati per indurre le parti offese a scegliere la proposta contrattuale della Fincos, solo in apparenza più conveniente. In realtà, secondo la Procura, la società dei Manunta era anche l’unica in gara. Ma la difesa ha smontato in aula tutte le accuse sottolineando tra le altre cose che sullo stato di avanzamento dei lavori decideva il direttore dei lavori e non certo il presidente della società (ossia Branca), così come sul pagamento dei bonifici. Tesi accolta dal giudice che al termine della camera di consiglio ha assolto Branca.

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