La Nuova Sardegna

Sassari

«Porto con troppe gabbie serve un piano di rilancio»

di Gavino Masia
«Porto con troppe gabbie serve un piano di rilancio»

Alessandro Carta (Ap): bacino inutilizzato rispetto alle potenzialità che esprime Votato all’unanimità l’ordine del giorno che punta a favorire la nautica da diporto

23 marzo 2017
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PORTO TORRES. Il porto continua a essere in ostaggio di reti e gabbie metalliche, fortemente condizionato dalle scelte dell’Authority e in larga parte inutilizzato rispetto alle potenzialità reali che può esprimere per dare un forte impulso allo sviluppo dell’economia della città e del territorio. E ci vorranno forse ancora troppi anni prima che vengano adeguati i fondali per fare in modo che le navi possano attraccare nelle banchine che erano state progettate per tale scopo. É questo il senso dell’ordine del giorno presentato in consiglio comunale da Alessandro Carta di Autonomia popolare che è stato votato all’unanimità (tranne dal sindaco Wheeler che si è astenuto sostenendo che l’argomento era già parte delle dichiarazioni programmatiche).

Sembra esserci dunque una volontà unanime da parte del consiglio comunale nel perseguire lo sviluppo del porto turritano in ottica turistica – in attesa dell’approvazione del Piano regolatore portuale - dando mandato alla giunta affinché compia «tutti gli atti e le azioni possibili volte ad ottenere una destinazione d’uso delle aree relative al porto commerciale per la nautica da diporto».

Una decisione raggiunta dopo la presentazione dell’ ordine del giorno - rielaborato nel dispositivo finale dalla conferenza dei capigruppo - che invita ora l’amministrazione comunale a porre in essere tutte le collaborazioni possibili (Autorità portuale del Nord Sardegna e associazioni di categoria) per stimolare il contributo degli operatori privati del territorio e favorire investimenti nel settore del diporto nautico.

La maggioranza pentastellata aveva proposto circa due anni fa questo argomento all’interno della commissione Portualità, dichiarando esplicitamente il proprio assenso ad un settore in forte espansione, ma nei mesi successivi nessuna proposta è arrivata per discutere sul futuro dello scalo.

«Mi chiedo se dobbiamo aspettare altri dieci anni sperando che, forse, alla banchina Segni e alla Teleferica verranno adeguati i fondali per permettere oggi alle navi di attraccare: bisogna far capire alla città che dobbiamo rimboccarci le maniche e fare in modo che noi stessi siamo in grado di progettare un’alternativa per il futuro del nostro porto».

E' dunque necessario avere indicazioni certe sulla futura destinazione d'uso delle aree portuali e il compito della politica locale è quello di pensare da subito al miglior utilizzo economico delle banchine e ai numeri del traffico navale durante tutto l'anno.

Durante la discussione dell’ordine del giorno anche i consiglieri di opposizione non erano assolutamente contrari ad altre economie che possano trovare spazio nel porto commerciale, ma certamente non nella banchina e negli spazi commerciali di pregio dello scalo.

«Il consigliere Carta ha accolto le nostre richieste modificandone parte del contenuto – aggiunge il sardista Davide Tellini –, ma l’aspetto più grave è che l’assessore alla Portualità ha sostenuto che la maggioranza fosse d’accordo ad un cambio di destinazione d’uso del molo Segni: hanno invece dato dimostrazione di non conoscere assolutamente l’operato della giunta sulle politiche portuali, segno evidente di un profondo scollamento tra l’esecutivo e chi, con i propri voti, lo sostiene. E questo è un problema serio».

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