Attacco a Westminster, la testimonianza di Manuel Cappai: faccia a faccia con l’attentatore
Il pugile sardo era nel complesso parlamentare di Londra con la nazionale. «Abbiamo visto il killer accoltellare il poliziotto di guardia»
SASSARI. «Abbiamo sentito un gran boato ma non ci siamo preoccupati. Poi abbiamo visto un uomo correre verso di noi con due coltelli in mano. È stata una scena terribile come quelle che si vedono nei film. Sulle scale di Westminster si è avventato contro un poliziotto e l’ha colpito, una, due volte... forse di più. Siamo rimasti impietriti fino a quando abbiamo sentito i colpi di pistola. Solo a qual punto siamo tornati indietro rifugiandoci all’interno del Parlamento. Se fossimo stati dieci metri più avanti...».
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Alle 20 di ieri sera Manuel Cappai, uno talenti più puri del pugilato sardo (olimpionico a Rio e Londra) era ancora “ostaggio” dei forze di sicurezza britanniche in una dei palazzi simbolo della democrazia. «Ho le batterie del telefonino scariche e qui la linea è disturbata – racconta – però vi dico che stiamo tutti bene. Ci hanno chiesto di non uscire da Westminster, perché c’è il sospetto che il terrorista non abbia agito da solo e perché fuori ci sono gli artificieri che stanno esaminando un pacco sospetto. Non so quando potremo tornare in albergo ma, francamente, questo è l’ultimo dei problemi». Cappai era arrivato a Londra l’altro ieri con la nazionale di pugilato che questa sera dovrebbe salire sul ring per una tappa delle World Series contro una rappresentativa inglese (la sfida al momento non è confermata).
La delegazione azzurra aveva appena partecipato a una conferenza stampa organizzata all’interno del Parlamento e stava lasciando il palazzo proprio quando fuori si è scatenato l’inferno. «Eravamo ancora sulle scale – racconta il pugile sardo – quando abbiamo sentito un primo boato. Abbiamo pensato a incidente stradale ma abbiamo capito quasi subito che era qualcosa di molto più grave. A una ventina di metri da noi abbiamo visto un uomo con due coltelli in mano avventarsi contro un poliziotto. È stata una frazione di secondo, poi è intervenuto un agente in borghese. Ho udito tre spari in rapida successione e ho visto l’aggressore accasciarsi. A quel punto siamo rientrati nel Parlamento e siamo ancora qui. Ci hanno chiuso in una stanza con altri visitatori e una decina di parlamentari e ci hanno detto di non muoverci. Non so che cosa altro sta succedendo perché non ho informazioni fresche se non quelle che ci state fornendo voi. Però posso dire una cosa: avevo capito che per il poliziotto aggredito non c’era niente da fare. L’ho visto rialzarsi, poi cadere una seconda volta e rimanere immobile. E ho visto la ferocia di chi l’ha colpito e la sua volontà di uccidere».
Solo adesso, cinque ore dopo l’aggressione Cappai sembra aver realizzato di aver corso un bel rischio. «Se fossimo usciti dal Parlamento cinque minuti prima o se ci fossimo affrettati un po’ di più ci saremo trovati quell’uomo addosso e non so come sarebbe finita. Posso dire che ci è andata bene anche se è difficile non pensare a chi è stato meno fortunato. Sento dire che ci sono tre o quattro morti... È terribile e credo non riuscirò mai a dimenticare l’orrore di questo pomeriggio».
La nazionale Thunder di pugilato dovrebbe salire sul ring questa sera ma la sfida con i British Lionhearts valida per le World Serie of Boxing non è stata confermata. La squadra resterà comunque nella capitale inglese fino a domani.