La Nuova Sardegna

Sassari

Elezioni anticipate a Sassari, 100 milioni a rischio

di Giovanni Bua
Elezioni anticipate a Sassari, 100 milioni a rischio

Tanti sono i fondi in arrivo in città nel biennio 2017-2018 che potrebbero “sparire”. Lunedì pomeriggio il vertice decisivo

19 marzo 2017
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SASSARI. Una scommessa da 100 milioni. Che oggi pomeriggio, a partire dalle 17, i capi corrente del Pd decideranno se giocare o meno in una riunione “pesante” nella sede del partito in via Mazzini. Sono i finanziamenti che, tra la fine del 2017 e il 2018, arriveranno a Sassari. Fondi che in parte si è già iniziato a spendere, come quelli di Iscol@, o, come per Jessica, si inizierà a breve. Soldi per i quali, come i 7 milioni per rifare strade e marciapiedi, sono stati stipulati dei mutui. Denari, come i 12 milioni della cittadella giudiziaria o i 33 milioni del centro intermodale, su cui Sassari attende da lustri di poter mettere le mani.

Cento milioni che, se si andrà al voto anticipato, chi vincerà forse troverà ancora. Sempre che i suoi vari interlocutori nel mentre li abbiano conservati al loro posto. O che su certi progetti, come è lecito attendersi, il nuovo sindaco non voglia metter mani e bocca. Una scommessa insomma, mediamente azzardata, che si vedrà se il Pd è disposto a giocare fino in fondo.

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Una cosa ormai è certa: il sindaco non farà nessun passo indietro. E di fronte alla direzione Pd sciorinerà i risultati di metà mandato, le partite aperte e quelle in via di definizione. Chiedendo se il partito è disposto a sacrificare l’unica città che amministra nell’Isola in una fase congressuale regionale e nazionale così delicata. E dando la massima disponibilità a ricucire l’ultimo strappo con Gianni Carbini, o almeno con l’area che a lui fa riferimento.

Strappo che in realtà è una voragine, e non è certo solo con Carbini (con cui comunque qualunque mediazione è impossibile) ma anche con tutto il gruppo consiliare, ormai convinto che il voto anticipato sia l’unica soluzione. Gruppo che però difficilmente farà qualcosa di diverso da quello che decideranno i big del partito. Che per ora sono divisi tra chi, come Silvio Lai, è sicuro della necessità di tornare alle urne. Chi, come Giacomo Spissu e in parte Gianfranco Ganau, è convinto che sia necessario un ulteriore approfondimento, o, come l’area Demontis-Soru, che si possa provare a rimettere sui binari la giunta per l’ultimo scorcio di mandato, o almeno per un voto “ordinato” nel 2018.

Quel che è fuor di dubbio è che un azzeramento degli assessori, che vorrebbe dire paralizzare tutto per settimane con il bilancio che incombe, è fuori discussione. E che l’unica pace possibile passa dal ritorno al pre-Carbini. Con Gavino Manca, a costo di frizioni con il “suo” ex vicesindaco, che dovrà togliere dal cilindro nome e impegno a un appoggio, almeno tecnico, a Sanna. Che, come lo storico gadget della Galbani “Ercolino sempre in piedi” sembra aver già assorbito le spinte, ed è pronto a ricominciare.

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