La Nuova Sardegna

SASSARI. Cercavano della refurtiva, hanno trovato un latitante ricercato da un anno e mezzo per omicidio. È finita due notti fa in un casolare di campagna a pochi chilometri da Bonnanaro la fuga di un giovane rom, latitante dal 2015 dopo l’omicidio dell’esponente di un clan rivale commesso a Roma nel settembre di due anni fa.

Dean Sejdovic, 24 anni, è stato rintracciato dagli investigatori della squadra mobile di Sassari, guidati dal dirigente Bibiana Pala, che erano impegnati nel controllo di un casolare di campagna in cui era stata segnalata la presenza di un accampamento di nomadi e uno stano via vai che aveva portato la polizia a sospettare che la casa diroccata fosse la base per traffici illeciti.

Dean Sejdovic, sul quale pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa il 16 febbraio 2016 dal gip del tribunale di Roma, era in compagnia di altre tre persone che sono state denunciate per favoreggiamento. Tra loro c’era anche una minorenne, parente dell’arrestato che è stata accompagnata nel centro di prima accoglienza per minori di Sassari. Sejdovic è stato accompagnato nel carcere di Bancali, con l’accusa di aver ucciso Gimi Halilovic, 60 anni, esponente di una famiglia rom rivale. Inizialmente i due gruppi familiari erano legati da vincoli di parentela, dopo il matrimonio fra due giovani, ma la sposa aveva deciso di lasciare il marito che la maltrattava. Per riportare la pace tra i due clan i rappresentanti delle due famiglie a metà settembre del 2015 si erano accordati per incontrarsi a Roma nel piazzale dei Militari caduti nei lager. Chi si era presentato all’appuntamento, però, era arrivato armato di bastoni e ne era scaturita una rissa, durante la quale Gimi Halilovic era stato travolto e ucciso da un furgone Ducato. Il giovane rom, nato e residente nel Lazio, aveva poi fatto perdere le sue tracce ed era finora sfuggito all’arresto.