La Nuova Sardegna

COSSOINE. Anche il Comune di Cossoine si è aggiunto all’ormai lunga lista di enti locali che chiedono il rimborso delle somme indebitamente trattenute dallo Stato per la spending review. Nel caso del Comune del Meilogu si tratta di 49.106,45 euro di entrate erariali, decurtate dal suo bilancio nel 2013, in applicazione del decreto del Governo Monti che scaricava sui Comuni italiani la bella somma di due miliari e 250 milioni di euro. In virtù della sentenza della corte costituzionale n. 129 del 2016, quel decreto è stato dichiarato illegittimo, «nella parte in cui non prevede, nel procedimento di determinazione delle riduzioni da applicare a ciascun Comune nell’anno 2013 alcuna forma di coinvolgimento degli enti interessati». Dopo un periodo di sostanziale silenzio sulla sentenza della Consulta, è stata l’Anpci (Associazione nazionale piccoli Comuni d’Italia), sul finire del 2016, a suonare la sveglia, attraverso la pubblicazione sul proprio sito della bozza della deliberazione che i Comuni avrebbero dovuto adottare per chiedere il rimborso. Con essa, l’elenco completo dei Comuni italiani con l’indicazione dei rispettivi tagli, e la bozza di istanza da inoltrare alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al ministero dell’Economia e delle finanze e al ministero dell’Interno.

Uno dei primi Comuni in Provincia di Sassari ad adottare la delibera per il rimborso era stato quello Tissi. Poi, man mano erano seguiti, fra gli altri, i Comuni di Cargeghe, Tempio, Banari, Sorso, Osilo, Sassari e Castelsardo. Ora la speranza di tutti è che il Governo si adegui alla sentenza della Corte costituzionale, seppure in molti ci sia il timore che, con un qualche escamotage, quella sentenza possa essere disattesa. (m.b.)