La Nuova Sardegna

Sassari

Casa Pietri ai privati: «A rischio il futuro dei dipendenti»

di Barbara Mastino

Il movimento “Prospettive”: dal Comune nessuna garanzia L’appello: subito un tavolo tra amministrazione e sindacati

14 marzo 2017
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OZIERI. Mentre a poco a poco entra nel vivo la campagna elettorale in vista delle prossime elezioni amministrative per il rinnovo del consiglio comunale, il dibattito si accende su alcuni temi “caldi” come quello della decisione della giunta comunale di affidare alla gestione privata la casa protetta Clemenza e Giuseppe Pietri attualmente gestita dalla partecipata Prometeo Srl. Nonostante le rassicurazioni sulla salvaguardia di posti di lavoro data dall’assessore comunale ai Servizi sociali Gigi Sarobba (che aveva da subito fatto rilevare che una clausola del bando di appalto mirava a che fossero garantiti i posti di lavoro delle unità attualmente operanti nella casa protetta), il timore dei dipendenti della comunità integrata è proprio quello del lavoro: lo ha già sottolineato qualche giorno fa anche su queste pagine il sindacato Ugl per voce della segretaria provinciale Antonella Tedde e lo sottolinea, oggi, il movimento Prospettive.

In una nota firmata da Antonio Delogu e Leonardo Farina, consiglieri comunali uscenti (e il primo dei quali molto probabilmente tra i futuri candidati della civica Prospettive), il movimento punta il dito contro la decisione della giunta, e parla di «futuro alquanto incerto per i dipendenti della casa protetta Pietri. La recente decisione dell’amministrazione cittadina – dicono Delogu e Farina – di esternalizzare il servizio per l’assistenza agli ospiti della predetta struttura, al contrario di quanto assicurato dall’attuale maggioranza, non dà alcuna garanzia riguardo il mantenimento dei posti di lavoro degli attuali dipendenti». «Questa notizia – aggiungono i due esponenti dell’associazione politico culturale – è stata accolta come un fulmine a ciel sereno in quanto è stata loro totalmente sottaciuta. Infatti, nonostante l’indizione di gara preveda le cosiddette clausole di salvaguardia, che obbligano l’aggiudicatario ad assorbire prioritariamente nel subentro della precedente gestione gli stessi dipendenti che già vi operano, queste possono essere disattese dal medesimo gestore che, in quanto soggetto privato, opera secondo mere logiche di profitto. Può quindi decidere in piena autonomia il numero dei dipendenti da occupare».

Un solo sindacato, sottolineano ancora Delogu e Farina, ha fatto sentire la propria voce, ovvero l’Ugl. Occorre quindi ampliare il dialogo, coinvolgendo le forze politiche e gli altri sindacati, che al momento «non sembrano minimamente preoccupati del destino dei lavoratori e non hanno sollevato il problema né in sede istituzionale né con l’opinione pubblica». L’associazione Prospettive, viste queste criticità, si schiera quindi in maniera decisa al fianco dei dipendenti e auspica al più presto la convocazione di «un tavolo di confronto tra amministrazione, sindacati (ora assenti) e dipendenti per fugare ogni minimo dubbio circa il futuro dei lavoratori e per cercare di garantire il mantenimento dei posti di lavoro oggi in pericolo».

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