La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, lavori al Palazzetto dello sport: le società nel caos

di Luigi Soriga
Sassari, lavori al Palazzetto dello sport: le società nel caos

Sfratto fissato dal 1° luglio e scade anche la gestione dell’Athlon: ancora nessuna certezza su altri spazi disponibili

04 marzo 2017
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SASSARI. Il mondo dello sport cittadino, soprattutto quello delle discipline minori, in questi giorni è in fibrillazione. Lo scenario infatti è questo: ci sono due notizie certe, mentre le incognite restano una marea.

Certezze. Ciò che di sicuro accadrà è che dal primo luglio scadrà il contratto della società Atlhon che gestisce il Palaserradimigni, e la concessione non gli verrà prorogata. Risultato: tutte le richieste di affitto degli spazi al palazzetto e anche al Palasantoru avanzate dalle società sportive dal 1 luglio in avanti, sono rispedite al mittente. L’altra cosa certa è questa: in estate partiranno i lavori per l’ampliamento del Palaserradimigni e la struttura diventerà un cantiere e sarà più o meno inagibile.

Incognite. E veniamo alle incognite e alle perplessità: che fine faranno tutte le società sportive che utilizzano il Palazzetto? Finora l’amministrazione, anche durante gli incontri che si sono svolti con le federazioni, non sono state in grado di rassicurare gli animi. Si parla di diaspora nelle varie strutture scolastiche della città, gran parte delle quali peraltro già saturate negli orari e spesso in condizioni manutentive molto precarie. Insomma, tra pesistica, arti marziali, boxe, ginnastica artistica, le attività estive della Uisp per i bimbi, il basket e via dicendo, attorno al palazzetto gravitano oltre un migliaio di utenti. Dopo l’imminente sfratto di luglio, è già previsto per tutti loro un sicuro campo di atterraggio? La sensazione finora percepita dall’universo sportivo è di stare per acquisire lo status di senza tetto, che l’amministrazione ancora navighi a vista, che sia costretta a bruciare le tappe per non far scadere i fondi Jessica, e che non abbia un quadro chiaro sulla logistica da mettere in campo per non lasciare le società a piedi.

Le società sportive. Le quali, naturalmente hanno eventi nel calendario estivo, e hanno anche campionati in ballo, con fasi finali che potrebbero potrarsi anche in estate. Non poter contare su riferimenti e su risposte certe, inevitabilmente crea il panico. Dice Tore Piana, presidente della Libertas Sardegna: «Il 20 febbraio ho chiesto alla Athlon la disponibilità del palazzetto per due eventi: il primo dal 18-22 luglio, e poi dal 27 al 29 luglio. Ci è stato risposto che la struttura in quel periodo era interessata dai lavori di ampliamento e ristrutturazione. Si tratta di due manifestazioni a carattere regionale, e serve un margine di tempo sufficiente per organizzarle». Ma sulla graticola, per fare un altro esempio, c’è anche l’Università con le selezioni a numero chiuso per le varie facoltà. E in ballo ci sono anche i Testimoni di Geova, con il tradizionale mega raduno estivo con oltre 4000 partecipanti. E ancora: non c’è traccia di un progetto esecutivo nè di una gara d’appalto. Quali sono i tempi per bandirla? Come si svilupperà il cronoprogramma? Quando l’inizio dei lavori? La data di chiusura sarà marzo 2019? E la Dinamo dove si allenerà e giocherà? E se lei resta, perché le altre squadre devono emigrare?

L’assessore. Una serie di punti fermi, per quel che riguarda il suo settore di competenza, li mette l’assessore ai Lavori pubblici Ottavio Sanna: «Partiamo dalle gare di appalto. Gli uffici comunali sono al lavoro e le ipotesi sono due: o un appalto tradizionale con un bando per progettazione esecutiva e definitiva da pubblicare a fine marzo, dopo approvazione del bilancio. La variante sarebbe bandire prima la progettazione e in una fase successiva l’esecuzione. Mentre della nuova gestione del Palazzetto e dell’affidamento se ne occuperà l’assessorato allo Sport. La seconda ipotesi, che personalmente non mi entusiasma, è l’appalto in concessione: chi si aggiudica la progettazione e l’esecuzione, avrà anche la gestione della struttura».

Gestione e costi. «Per sgombrare il campo su molta disinformazione tengo a precisare questo: continuare con l’attuale concessione per il Comune sarebbe stata una follia. Da 15 anni diamo all’Atlhon 350mila euro per gestire il Palazzetto, spendiamo 240mila euro in media di riscaldamento e altri 60mila in manutenzioni. In totale il costo è di 700mila euro all’anno, ai quali ora si aggiungerebbero altri 200mila di mutuo per i lavori di riqualificazione. Il nuovo affidamento invece prevede che per il Comune non ci siano costi, e che manutenzioni, riscaldamento e gestione siano a carico dell’aggiudicatario dell’appalto. I 4milioni e 200mila euro dei fondi Jessica che utilizzeremo sono quelli del Por 2007-2013, dovevano servire per la realizzazione della multisala, rischiavano di essere persi e finire su Cagliari. Ora restano qui e sono blindati dal dicembre 2016. Devono essere spesi entro marzo 2019 e il cantiere dovrà partire entro settembre. Le risorse hanno il vincolo di utilizzo per riqualificare palestre in quartieri degradati. Per questo non è possibile rimodularli per la costruzione di un palazzetto ex novo tramite un progetto di finanza».

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