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Sassari

Omicidi a Orune e Nule, Paolo Pinna parla in tribunale: «Non ho ucciso Monni e Masala»

Paolo Enrico Pinna e Alberto Cubeddu
Paolo Enrico Pinna e Alberto Cubeddu

Il giovane, accusato dei delitti insieme al cugino, ha negato il suo coinvolgimento e non ha risposto al padre di Stefano Masala che gli ha urlato contro chiedendogli dov'è il cadavere del figlio

02 marzo 2017
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SASSARI. «Non sono stato a Orune e non ho ucciso Gianluca Monni, anche perché per me le vicende di Cortes Apertas erano un discorso chiuso».

Lo ha detto oggi 2 marzo Paolo Enrico Pinna, il giovane accusato insieme al cugino  cugino Alberto Cubeddu degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, uccisi tra il 7 e l'8 maggio 2015 a Orune e a Nule.

Pinna, minorenne all'epoca dei fatti, ha consegnato una memoria scritta al giudice del Tribunale dei minori di Sassari, dove è in corso il processo con rito abbreviato. La memoria è stata letta nel corso dell'udienza a porte chiuse.

«Masala - ha detto ancora il giovane - l'ho sentito la sera del 7 maggio, poi ognuno è andato per la propria strada». Quanto ai litigi con la madre, «erano la conseguenza di un periodo di tensione per diversi fattori, ma niente di più».

Il padre di Stefano Masala, il compaesano di Nule del quale non è mai stato trovato il corpo, ha urlato contro Pinna: «Dimmi dov'è mio figlio». Il giovane non ha risposto.

Il 16 marzo parleranno la Procura e il primo dei due difensori, Agostinangelo Marras. Il 23 sarà la volta dell'altro legale dell'imputato, Angelo Merlini, mentre il 30, dopo le repliche, è già prevista la sentenza.

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