La Nuova Sardegna

Sassari

Il G7 Trasporti non ci porterà navi e aerei, treni e strade

Sandro Roggio

Non ci sarà molto tempo da dedicare all'emarginazione di un milione e mezzo di abitanti e al riconoscimento del nostro record di arretratezza

25 febbraio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





Lo ha scritto il direttore di questo giornale. Sarebbe utile che gli emissari del G7 sui trasporti in Sardegna provassero il brivido di viaggiare da/per l'isola, e magari all'interno con mezzi pubblici. È già successo ed è servito. Febbraio-marzo 1799, la traversata della famiglia reale Livorno-Cagliari, una settimana choc a bordo della “Rondinella”, sei barconi malsicuri al seguito. Il re e la regina in fuga da Torino, costretti a considerare, per la prima volta, il disagio di vivere in una terra in mezzo al mare. E forse ad immaginare, nei giorni interminabili dell'esilio, un collegamento Sardegna-Terraferma, istituito una trentina di anni dopo.

Due navi a vapore ogni 15 giorni da Genova: in 24h a Porto Torres, in 42h a Cagliari. Un guizzo di modernità nel lungo feudalesimo sardo e un po' di incauto ottimismo, amplificato dalla conclusione dei lavori della strada tra i due Capi. Collegare terre distanti: parola d'ordine dei governanti più illuminati d'Europa, alcuni determinati a scommettere su questo proposito di civilizzazione.

D'altra parte le invocazioni dei sudditi sardi più istruiti non sono mai mancate a questo proposito. Per quanto balbettate, con la solita deferenza come ai tempi dell'inchiesta Depretis, capitolo sui porti, «se l'Italia ama di tenersi affezionata quest'Isola (...), la Madre non si distacchi mai dalla figlia». In realtà della vicinanza alla figlia devota non gli è mai importato un granché a Torino e a Roma. Le dimostrazioni di attenzione sempre più rare, sostituite dagli strombazzi retorici sulla volontà di colmare il distacco nel nome dell' Italia da unire e unita. Un'inezia di abitanti: prima debolezza per cui la Sardegna ha conservato lo svantaggio geografico e pagato l'inefficienza di compagnie di navigazione sovvenzionate, da Rubattino a Tirrenia. Scontando – più dei continentali – le deficienze e gli sperperi di Alitalia. Un quadro rovinoso molto prevedibile. E chissà come sarebbe andata senza le compagnie low cost, non a caso simpatiche ai sardi, preoccupati che il loro disimpegno impedisca progetti e soprattutto visioni. Perché ha ragione Wim Wenders, «senza viaggiare prima o poi finiscono tutti i sogni». Nessuno si illuda, il G7 cagliaritano non avrà molto tempo da dedicare all'emarginazione di un milione e mezzo di abitanti (più penalizzati quanto più distanti da Cagliari), di scandalizzarsi per lo spopolamento di tanti paesi abbandonati in una regione marginale, appunto. Il G7 ha l' obiettivo di innovare le connessioni dove ci sono, rendendo molto “intelligenti” le infrastrutture per la mobilità, evitando sovradimensionamenti (?). Avanti con l'intermodalità high tech, la “interoperabilità” di strade e veicoli, annuncia il ministro Del Rio. Noi fuori dal mondo, privi di (vere) strade – i treni sono quelli ciuf ciuf «a Chilivani si cambia» –, ci sentiamo estranei all'evento. Come morti di fame in un meeting di cucina molecolare guidato da Ferran Adrià.

Trarremo beneficio dalla “visibilità” che il G7 darà alla Sardegna – assicura il presidente Pigliaru. Un'effervescenza destinata a durare poco, come il gusto della cingomma dopo qualche minuto di utilizzo. Chi non si accontenta dello spot potrà auspicare che si provi a sfruttare l'occasione. L'obiettivo? Provvedimenti urgenti da pretendere con qualche strepito, che ci starebbe nel nuovo corso polemico della Regione contro il governo dopo anni silenti. Se può trovare largo consenso l'inconcepibile ponte sullo Stretto siciliano, alla Sardegna potrebbe toccare, in proporzione, il riconoscimento del record di arretratezza nei trasporti, roba da terapia intensiva.

Quindi più navi, aerei, treni, strade, per avvicinarci – non chissà quando: adesso! – agli standard delle infrastrutture europee mediamente “intelligenti”. Si può fare rapidamente e a costi decisamente inferiori a quelli dei trafori in Val di Susa per la inutile Tav rifiutata dalle popolazioni locali. A chi confida sul turismo vorrei fare notare che la Sardegna è ormai percepita come una delle mete problematiche del Global Tour. In un cruciverba: “isola lontana”(8 lettere, verticali) = SARDEGNA. Così. Per pensarci.

In Primo Piano

Video

I consiglieri regionali Piero Maieli e Gianni Chessa si autosospendono dal gruppo del Psd'Az

Le nostre iniziative