La Nuova Sardegna

Sassari

Pastori allo stremo: «La nostra battaglia non sarà più pacifica»

di Elena Corveddu
Pastori allo stremo: «La nostra battaglia non sarà più pacifica»

Duro annuncio del leader del movimento Felice Floris Assemblea nella sede dell’Unione dei Comuni del Logudoro

21 febbraio 2017
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OZIERI. Sono arrabbiati e delusi gli allevatori che hanno preso parte alla lunga riunione che si è svolta ieri nella sede dell’Unione dei Comuni del Logudoro a Ozieri. È un quadro sconcertante quello emerso: «Noi allevatori non sappiamo più se dare cibo alle nostre pecore o alla nostre famiglie». Lo sfogo e la tensione, nell’aula affollata, è chiaro: «Abbiamo reso più efficienti le nostre aziende, ma intanto da parte della politica quali sono stati i passi in avanti?».

Voluto fortemente dal presidente dell’Ucl, e sindaco di Pattada, Angelo Sini, e dagli altri componenti, il dibattito ha riunito gli attori principali, gli allevatori appunto, le associazioni di categoria e gli amministratori del territorio e regionali. «Parte importante del prodotto interno lordo del nostro territorio proviene dal settore ovino. È quindi giusto dare voce e spazio agli attori principali del comparto», ha spiegato Sini. Presenti i consiglieri regionali Piermario Manca (Partito dei Sardi) e Daniele Cocco (Sel). «Sono 14 i milioni di euro manovrabili, per il momento, dalla Regione per acquistare il pecorino romano invenduto - ha commentato Cocco -. A questi 14 milioni si aggiungono i 4 del fondo ministeriale. Da considerare anche la situazione politica sarda: da mesi l’assessorato all’Agricoltura è vacante». Duro l’intervento di Manca: «Si arriva sempre in ritardo. Questa è una crisi annunciata, e non è la prima. Tutti dobbiamo prenderci le responsabilità: allevatori, noi amministratori, associazioni di categoria e cooperative». Su quest’ultime Manca sferza l’attacco: «Le cooperative devono dare più servizi e non devono ridursi al solo compito di trasformazione del latte. Se ci sono stati degli errori è giusto che i presidenti facciano un passo indietro». E aggiunge: «Facciamo tutti un esame di coscienza e partiamo da questa crisi per avviare, una volta per tutte, il rilancio dell’economia del settore trainante della nostra isola».

Altro ritardo ricordato da Manca è quello dei pagamenti dei premi e aiuti comunitari che «arrivano con uno, un anno e mezzo di ritardo».

Presente anche il Movimento dei Pastori Sardi: «Se necessario scenderemo in piazza a condurre una lotta che non sarà più pacifica - ha annunciato il leader del movimento, Felice Floris -. Siamo stanchi di sentirci dire che siamo assistiti. I veri assistiti qua sono i nostri politici. È per questo che chiediamo che lo 0,75 per cento del bilancio venga dato agli allevatori. Non vogliamo sapere di chi sono le colpe, vogliamo soldi per il nostro bestiame».

Duro anche l’intervento di Confagricoltura che col direttore provinciale di Sassari e Olbia-Tempio Giannetto Arru Bartoli attacca l’azione politica sarda: «Chi non è andato avanti è la politica. Siamo da mesi senza assessore all’Agricoltura e questa è una grave emergenza. Non c’è mai stata una vera programmazione e un modello da rispettare e seguire. Il tavolo di lavoro è funzionale se composto da tutti gli attori».

Anche da Coldiretti arriva il richiamo per il ritardo dei pagamenti dei premi comunitari: «C’è bisogno di liquidità, così non si può andare avanti».

E sulle cooperative il direttore di Coldiretti Sassari e Gallura, Ermanno Mazzetti: «I compiti primari che le cooperative devono gestire sono la commercializzazione, la valorizzazione e la promozione dei prodotti». Ultimo intervento quello del presidente del Consorzio del pecorino romano Salvatore Palitta: «Un’azione corale potrà essere la partenza per il raggiungimento degli obiettivi che allo stato attuale non sono raggiungibili». La vertenza che vede confrontarsi gli allevatori con lo Stato e la Regione ha raggiunto livelli di alta tensione perché è in ballo il futuro di un settore che da troppo tempo versa in un gravissimo stato di crisi.

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