La Nuova Sardegna

Sassari

Sanità a Sassari, al via la Breast Unit sperimentale

di Gabriella Grimaldi
Sanità a Sassari, al via la Breast Unit sperimentale

Delibera del manager Aou sull’attivazione di un team multidisciplinare per la cura del tumore al seno

21 febbraio 2017
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SASSARI. La Breast Unit, quella prevista dai protocolli europei, resa obbligatoria per legge, considerata essenziale dalle donne di tutta la Sardegna e che sembrava ormai un sogno perduto, si materializzerà nel prossimo atto aziendale dell’Aou. Intanto però il direttore generale Antonio D’Urso ha firmato una delibera (la numero 79 dal 17 febbraio 2017) con la quale si avvia, «in forma preliminare e sperimentale», un percorso di diagnosi terapeutico assistenziale del tumore mammario. Una sorta di prova generale della Breast Unit che coinvolgerà le donne a cui viene fatta una diagnosi di carcinoma del seno e che ha già dei precisi responsabili. In primo luogo Alberto Porcu (direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale), il quale fin da quando si cominciò a parlare di Breast Unit si mise al lavoro per predisporre un progetto che oggi viene finalmente alla luce. Quest’ultimo sarà affiancato dal collega Antonio Pazzola (direttore di Oncologia medica) e insieme ad altri medici, a infermieri, psicologi, fisioterapisti e tecnici di medicina nucleare formeranno il gruppo multidisciplinare (e interaziendale) che consentirà alle donne di essere prese in carico da un’equipe dedicata, dal momento della prima diagnosi al momento del rientro al lavoro o comunque alla vita attiva.

La proposta, come è prassi, è arrivata dal settore Affari generali diretto da Chiara Seazzu che ha inquadrato sotto il profilo legislativo e programmatico la necessità di attivare il percorso dedicato alle donne.

È già stabilito che l’accoglienza e la presa in carico delle pazienti si svolgerà in un ambulatorio all’interno del palazzo Clemente in viale San Pietro mentre è in fase di attivazione un numero verde al quale le donne potranno rivolgersi per avere tutte le informazioni relative al nuovo servizio. Nessun passaggio attraverso il Centro unico di prenotazione, sembra di capire, per facilitare l’accesso delle malate oncologiche alle cure.

Le figure professionali che faranno parte del team multidisciplinare sono chirurghi generali, chirurghi plastici, radiologi, oncologi, anatomo-patologi, anestesisti, radioterapisti, medici nucleari, genetisti, ginecologi, fisiatri e psicologi che abbiano già maturato un’esperienza specifica nella diagnosi e cura del cancro alla mammella. La delibera dice anche che «nelle more dell’atto aziendale, è necessario attivare un modello di assistenza specializzato nella diagnosi e nella cura del carcinoma della mammella affidata a un team coordinato e multidisciplinare in grado di rispondere al meglio alla complessità della patologia, migliorando la qualità della vita delle pazienti e assicurando quel livello di specializzazione delle cure, dalle fasi dello screening sino alla gestione della riabilitazione psicofunzionale in coerenza con le linee guida nazionali e internazionali». Una grande vittoria anche per le donne malate di tumore al seno che negli ultimi tempi hanno fatto sentire la loro voce con manifestazioni e gesti dimostrativi e hanno lavorato alla sensibilizzazione su un problema che investe tutta la comunità.

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