La Nuova Sardegna

Sassari

Respinta la richiesta di ampliamento del Lerno

di Barbara Mastino
Respinta la richiesta di ampliamento del Lerno

La capacità dell’invaso resta fissata a 35 milioni di metri cubi d’acqua Il lago artificiale serve i centri urbani e il Consorzio di bonifica di Chilivani

19 febbraio 2017
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OZIERI. Continua lo svuotamento della diga del Lerno, la cui acqua è impiegata per usi civici e per alimentare la rete idrica del Consorzio di Bonifica per la Piana di Chilivani. Ma non tutto: è infatti arrivato nelle scorse ore il secco “no” dell’Enas, ente gestore delle dighe sarde, alla possibilità di ampliamento dagli attuali 34,6 milioni di metri cubi ai 55 richiesti (a fronte di una capacità effettiva di 72 milioni) dal Consorzio e dal Comune di Pattada. La diga, come si sa, in seguito alle piogge abbondanti e alla neve ha raggiunto il livello di 34,6 milioni di metri cubi: da qui l’ordine di gettare letteralmente via l’acqua. Una situazione che cozza con la richiesta, fatta da tempo dal Consorzio con il supporto dell’Unione dei Comuni del Logudoro, di ampliamento della capienza. Un No che, allo stato attuale, risulta essere, come dice il presidente del Consorzio Diego Pinna, «del tutto incomprensibile». «Siamo all’assurdo – tuona Pinna – poiché a più riprese, sin dall’inizio del mio mandato, ho sollecitato l’esecuzione dei lavori necessari per il ripristino della quota massima dell’invaso, nell’origine fissata in 72 milioni di metri cubi. Le risposte iniziali sembravano propendere verso una imminente soluzione del problema – aggiunge – tant’è che per lo specifico l’assessorato ai Lavori Pubblici aveva destinato 1 milione e 600 mila euro per due interventi volti all’ampliamento. E invece, come vediamo ora, si è tutto risolto in un nulla di fatto. Nel proseguo del tempo – aggiunge Pinna – le sollecitazione da parte del nostro ente sono state costanti, sostenute da tutti i rappresentanti dell’Unione dei Comuni e delle associazioni di categoria. Ma adesso, nonostante tutto, ci troviamo di fronte a un No che sembra definitivo».

Un no «inderogabile», quello di Enas, che attende i risultati dell’indagine che dovrà essere effettuata da un’impresa che, dopo tanto tempo e chissà quando (non per propria colpa), determinerà «i parametri geotecnici propedeutici all’individuazione degli interventi di consolidamento strutturale».

La solita burocrazia, insomma, che pur a suo modo comprensibile, è una beffa per una diga piena e in fase di svuotamento ma che tra qualche mese potrebbe essere di nuovo vuota. «La risposte dell’ Enas mi ha sorpreso – dice il sindaco di Pattada e presidente dell’Unione Angelo Sini – soprattutto nei toni di totale chiusura verso la nostra richiesta. Anni fa la comunità di Pattada fece un gesto di generosità mettendo a disposizione i terreni più fertili per la costruzione dell’invaso. Ora quella comunità chiede a gran voce i motivi del diniego. L’Enas deve darci valide spiegazioni».

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