La Nuova Sardegna

Sassari

osilo

L’orrore del lager rivive sul palcoscenico

L’orrore del lager rivive sul palcoscenico

Il progetto della scuola elementare e media ispirato dalla testimonianza di Primo Levi

17 febbraio 2017
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OSILO. Un pugno nello stomaco, un’ angoscia sottile che toglie il respiro, uno sprofondare lento nella tragedia dei campi di sterminio. Sono le emozioni provocate dalla performance allestita con i ragazzi della scuola di Osilo, dall’attrice e regista Sara Canu, con i testi tratti da “Se questo è un uomo”, di Primo Levi. Un’angoscia che attanaglia lo spettatore fin da quando il gruppo sale sul treno, smarrito e spaurito. E poi il viaggio, l’arrivo al lager, il frastuono assordante, gli ordini rabbiosi urlati dagli aguzzini. E ancora il silenzio, in un luogo che, si capisce, è l’anticamera dell’inferno, anzi, è l’inferno. «Questo è l’inferno - recitano i ragazzi - oggi, ai nostri giorni, l’inferno deve essere così, una camera grande e vuota, e noi stanchi di stare in piedi, e c’è un rubinetto che gocciola e l’acqua non si può bere, e noi aspettiamo qualcosa di certamente terribile e non succede niente e continua a non succedere niente. Come pensare? Non si può più pensare, è come essere già morti. Il tempo passa goccia a goccia». Ed è solo l’inizio di una sofferenza senza fine, fino all’epilogo finale, quando tutti sono convinti di poter fare finalmente la doccia. Ma ciò che arriva dal soffitto non è acqua ma gas, e tutti crollano a formare un agghiacciante tappeto di corpi. La rappresentazione, già allestita per il Giorno della memoria, è stata riproposta al Montegranatico con ospite anche una scuola di Sassari. Gli interpreti erano gli alunni della 4ª elementare e della 3ª media, preparati rispettivamente da Margherita Bassu e Maria Leccis.

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