La Nuova Sardegna

Sassari

D’Urso: appalti scaduti e posti letto, ecco le priorità

di Luigi Soriga
D’Urso: appalti scaduti e posti letto, ecco le priorità

Il manager dell’Aou spiega le azioni messe in campo per risolvere le emergenze Task force per acquistare i medicinali. Incorporazione: al via il primo vero test

17 febbraio 2017
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SASSARI. Il suo numero di cellulare ce l’hanno praticamente tutti. E questo è un biglietto da visita piuttosto insolito per un manager alla guida di 2500 teste e con in mano le redini della sanità sassarese. Antonio D’Urso, 54 anni, catanese d’origine e romano d’adozione, è arrivato in città nel novembre del 2016 per risolvere problemi: e a lui piace farlo guardando negli occhi i suoi grattacapi. Le associazioni di volontariato non venivano pagate e minacciavano di incrociare le braccia? Lui ha riunito i responsabili attorno a un tavolo. Faccia a faccia, e numero di telefono. I primari erano in fibrillazione: scorte di medicinali esaurite, difficoltà a garantire le cure quotidiane ai pazienti.

La comunicazione. Ne ha incontrato alcuni ieri mattina, chiacchierata e scambi di cellulare. «Mi hanno guardato come fossi un marziano – dice – e solo ora mi spiego questa strana cosa per cui ogni giorno avevo la mail piena di messaggi. Qui a Sassari si comunica solo tramite posta elettronica. Non ci si parla. Ma come si fa a portare avanti questa grande rivoluzione da uno schermo di un computer?».

L’accorpamento. E la rivoluzione consiste innanzitutto nell’accorpare due pianeti distanti anni luce e finiti forzatamente sulla stessa orbita: il Santissima Annunziata, con il personale ospedaliero. E le cliniche di San Pietro, con gli universitari. L’incorporazione prevede che i due mondi si fondano e coesistano in un solo universo chiamato appunto Aou. Gestire questa fusione è il rebus più complicato che poteva capitare a un manager. «Ci stiamo lavorando su, ed è complicato e lungo perché sia i primari che gli universitari stanno vivendo male questo passaggio. Ognuno ha timore di perdere qualcosa, c’è la paura che vengano tagliate le strutture complesse, c’è l’ansia di perdere i posti di comando. Ma io sono dell’avviso che con un minimo di razionalità e intelligenza si possono accontentare le esigenze di tutti. Da una parte si continuerà a svolgere prevalentemente formazione, dall’altra si proseguirà a gestire i reparti».

Ricoveri e posti letto. Però pur essendo tutti sulla stessa barca e in costante affanno, il 90% dei ricoveri e dell’assistenza ricade sulle spalle degli ospedalieri. E questa mancanza di riequilibrio è una nota dolente rimarcata sempre dai primari. «La gestione non potrà mai essere molto diversa. Il bacino da quale attinge prevalentemente il Santissima Annunziata è quello del pronto soccorso. È un’utenza da accogliere prontamente, che richiede velocità. E un ospedale è più predisposto a questo approccio. Non si può pretendere che le cliniche possano risolvere il problema della carenza dei posti letto. Da soli non riusciremo mai a venir a capo di questa emergenza: va affrontata con il territorio, a livello di rete ospedaliera. Con Ittiri e Thiesi che si integrano nelle funzioni e ci aiutano a prendere i carico i pazienti già trattati».

Universitari in ospedale. Ma questa incorporazione soft e indolore come potrebbe avvenire? «Il mio prossimo esperimento sarà di tentare un innesto di alcune unità delle cliniche all’interno dell’ospedale. Ad esempio: la neurologia delle cliniche verrà sistemata di fronte alla stroke unit. Anche pneumologia traslocherà al Santissima Annunziata e verrà ospitata in alcuni locali tuttora vuoti. Ho in mente altri trasferimenti che potrebbero lavorare in sinergia per la gestione dei pazienti. E così i due mondi cominciano davvero ad operare fianco a fianco».

I 100 giorni. Il calendario nel frattempo continua a macinare giorni, e ne restano una ventina per esaurire l’arco dei 100 giorni annunciati da D’Urso per gettare le basi della rivoluzione. «Tra gli obiettivi c’era l’avvio della “preospedalizzazione”. È un processo che sperimenteremo a brevissimo in una unità operativa. Consentirà al paziente di svolgere in uno stesso giorno tutti gli esami necessari: laboratorio, radiologia, cardiologia e infine test per l’anestesia. Dopodiché sarà pronto a sottoporsi all’intervento».

Breast Unit. Altra promessa riguardava la breast unit. «Questo è un traguardo importante: la finalità è quello di accompagnare le donne con problemi al seno in un percorso guidato che le porti ad avere tutte le visite e gli esami calendarizzati e fissati. Loro dovranno semplicemente rivolgersi a un numero telefonico, fornire i propri dati, e poi ci penserà lo staff dell’ambulatorio a contattarle e comunicare gli appuntamenti».

Appalti scaduti. In questi ultimi due mesi gli ingranaggi della sanità si sono più volte inceppati per via dei contratti scaduti con i fornitori e per le scorte di medicinali, reagenti, presidi ormai esaurite. Molti reparti sono andati in tilt. Inoltre l’Aou da prassi liquida le fatture a 200 giorni, e non tutti i fornitori di servizi riescono ad anticipare le spese. «Le azioni messe in campo sono queste: abbiamo potenziato la farmacia, l’area acquisti e bilancio. L’obiettivo è arrivare a pagare a 90 giorni, dando la priorità a piccoli fornitori e associazioni. Dopodiché, per la questione delle carenze di medicinali, ho chiesto la collaborazione dei primari. Ogni qual volta si accorgono che gli scaffali si stanno svuotando, dovranno segnalare l’emergenza alla direzione sanitaria, al direttore degli acquisti e alla Farmacia. Questa sorta di task force si adopererà per reperire con procedura straordinaria tutto il necessario per garantire l’assistenza quotidiana».

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