La Nuova Sardegna

Sassari

Enel ordina: aprite la diga e si allaga la Bassa Valle del Coghinas

di Giulio Favini
Enel ordina: aprite la diga e si allaga la Bassa Valle del Coghinas

A Viddalba colture spazzate via dal fango e animali a rischio annegamento. L’intervento causato dalle piogge. Il vicesindaco: «Vogliamo essere avvisati»

12 febbraio 2017
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VIDDALBA. È dagli anni Sessanta quando fu terminata la diga di Casteldoria a ridosso dello stabilimento termale omonimo (costruito intorno agli anni Venti) che le alluvioni in golena nella bassa valle del Coghinas sono frequenti nei mesi di invernali. Ebbene siamo negli anni 2000 e a tutt’oggi niente è cambiato. Il fenomeno si è puntualmente ripetuto nelle giornate di venerdì e sabato che dopo il rilascio di una notevole quantità d’acqua dalla diga di Casteldoria, la golena della piana del Coghinas che attraversa i Comuni di Viddalba, Santa Maria Coghinas, Badesi e Valledoria è stata inondata dall’acqua.

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Le coltivazioni di ortaggi, frutteti e vigneti sono state compromesse dall’acqua e dal fango, così come hanno rischiato di morire per annegamento alcuni capi di bestiame che si trovavano al pascolo e dei maiali che si trovavano all’interno della porcilaia. Interessata dall’allagamento è stata anche la struttura dello stabilimento termale di Casteldoria, per fortuna in questi mesi invernali aperta solo nel weekend. Alcuni motori che pompano l’acqua calda all’interno dello stabilimento sono stati compromessi in quanto inondati dalla piena. Inoltre è stato portato via dall’acqua anche un chiosco in legno (ubicato in golena) che rimane aperto per la vendita di bibite e gelati durante il periodo primaverile ed estivo.

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Insomma, in molti si chiedono: è mai possibile che in una zona dove si fa turismo termale a ridosso della stessa struttura si trovi una diga a rischio cedimento in caso di abbondanti piogge? Le autorità competenti sono al corrente di tutto questo ma ancora oggi nessuno, Regione e Protezione civile, ha fatto qualcosa per rimuovere tali ostacoli. Sono in tanti a dire che si deve scegliere: in quella zona o si fa turismo oppure si produce energia elettrica.

«Siamo in stato di allerta fino a domani (lunedì) - dichiara il vicesindaco di Viddalba Pier Mario Careddu - e non abbiamo nessun strumento per difenderci in caso di inondazione. Oltretutto veniamo avvisati con fax e con email che arrivano a notte inoltrata e i nostri allevatori e agricoltori non hanno possibilità di mettere al riparo né i mezzi da lavoro né tantomeno il proprio bestiame. Vogliamo essere avvisati in tempo utile per mettere in sicurezza i nostri concittadini e invece ci avvisano quando non possiamo più fare niente».

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«Le portate scaricate dalle dighe Muzzone e Casteldoria di Enel rientrano nella normale gestione di una piena - questa la nota inviata dall’Enel in merito all’alluvione della piana del Coghinas -. Enel, nell’esercizio delle dighe e delle opere idrauliche si attiene alla normativa nazionale sulle grandi dighe e alle norme di protezione civile, oltre a considerare molteplici fattori che contribuiscono alla corretta gestione dello sbarramento quali: la disponibilità della risorsa idrica, gli afflussi effettivi rispetto agli attesi, le previsioni metereologiche e i dati idrologici storici. Le turbine preposte alla produzione di energia elettrica contribuiscono al rilascio di portate utili per il contenimento del livello degli invasi e in presenza di condizioni meteo avverse e apporti significativi nell’invaso si può determinare il raggiungimento della quota autorizzata per l’ apertura delle paratoie. Enel prima dell’ apertura invia sempre le comunicazioni di probabili rilasci dalle dighe».

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