La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, uccise e bruciò la moglie: giudizio immediato per Amadu

di Nadia Cossu
Sassari, uccise e bruciò la moglie: giudizio immediato per Amadu

Il giudice accoglie la richiesta del pm, l’ex panettiere in corte d’assise il 30 marzo. Prima di ucciderla, botte, minacce e insulti alla moglie: «Buttati dal ponte»

05 febbraio 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. A vederli insieme in quella fotografia di diversi anni fa, abbracciati, sorridenti e all’apparenza sereni, viene davvero difficile immaginare che Anna Doppiu con il marito Nicola Amadu vivesse in realtà un calvario quotidiano. Lui la insultava e la avviliva “invitandola” persino «a buttarsi da un ponte».

Giudizio immediato. Prima che il suo compagno di una vita la uccidesse cospargendola di benzina e dandole fuoco, le giornate di Anna erano contraddistinte dal terrore. I frequenti episodi di violenza di cui la donna era vittima sono elencati dal pubblico ministero Emanuela Greco nel documento del 19 gennaio con il quale chiedeva al giudice che nei confronti del 70enne Amadu, in carcere dallo scorso novembre con l’accusa di omicidio pluriaggravato, si procedesse con giudizio immediato. E ora il gip Antonello Spanu ha accolto questa istanza: l’imputato, assistito dall’avvocato Letizia Doppiu Anfossi, dovrà comparire davanti alla corte d’assise di Sassari il prossimo 30 marzo.

Le accuse del pm. Nicola Amadu, ex panettiere, aveva confessato agli inquirenti di aver ammazzato sua moglie perché non poteva accettare che lei lo lasciasse. Anna aveva deciso di fare quel passo esasperata da anni di vessazioni e maltrattamenti. La Greco descrive bene il comportamento violento di quel marito, sfociato a novembre nel terribile delitto. Nella richiesta di giudizio immediato, il pm ripercorre la dinamica dell’omicidio: «L’ha prima colpita con uno schiaffo facendola cadere a terra, e con numerosi calci al volto l’ha trascinata sino al cortile della loro abitazione per poi cospargerla di liquido infiammabile e darle fuoco provocandone la morte per “shock tossico-termico da ustione con carbonizzazione parziale”». E non tralascia le aggravanti: aver commesso il fatto «contro il coniuge vittima di maltrattamenti in famiglia», «con premeditazione», «con l’uso di un mezzo insidioso», e «aver agito con crudeltà».

Le violenze subìte per anni. L’omicidio è stato il culmine di una vita coniugale difficile da tempo, per Anna. Un rapporto fatto di angoscia, di paura, di un desiderio soffocato di libertà. Il marito «sottoponeva la moglie – scrive ancora il pubblico ministero – ad atti di vessazione, minaccia, umiliazione, violenza fisica e morale, tali da rendere dolorosa e mortificante la relazione familiare». Numerosi litigi che spesso nascevano per motivi banali e che purtroppo, altrettanto spesso, diventavano una buona occasione – per l’uomo – per infierire contro la moglie.

Insulti e minacce. «Urlava contro di lei – aggiunge il pm – insultandola e svilendola con frasi volte a invitarla a “buttarsi dal ponte”». Ma le aggressioni non erano solo verbali: «In numerose circostanze degeneravano in vere e proprie violenze fisiche, con schiaffi, spinte, lancio di oggetti, chiusura delle mani della vittima nel portone di casa...». E infine, quando lei aveva deciso di procedere con la separazione, «le condotte maltrattanti e vessatorie diventavano ancora più gravi». Cita un episodio su tutti, il pm. Forse il più indicativo: «Il posizionamento di una bombola del gas vicino all’abitazione con la minaccia di far esplodere la casa con dentro moglie e figlie».

In corte d’assise il 30 marzo. Ce n’è abbastanza, per il gip, per accordare la richiesta di giudizio immediato. Un rito speciale nel quale non viene celebrata l’udienza preliminare, un procedimento che ha come presupposto solido “l’evidenza della prova”. In aula ci saranno anche i figli della coppia, Silvia, Roberta, Claudia e Stefano che sono tutelati dagli avvocati Stefano Porcu, Sergio Porcu e Pietro Diaz.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative