La Nuova Sardegna

Sassari

Disoccupato e solo, abita in una casa a rischio crollo

di Gavino Masia
Disoccupato e solo, abita in una casa a rischio crollo

La triste storia di Proto Carta che chiede un lavoro o un tetto al Comune Il caso alloggi: c’è un grave ritardo nelle consegne delle case di edilizia popolare

25 gennaio 2017
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PORTO TORRES. Vivere in una casa di proprietà dichiarata inagibile dai vigili del fuoco nel 2015 - in via Bellini nel quartiere di Monte Agellu - dormendo rannicchiato in un giaciglio della stanza da letto per non farsi bagnare dalla pioggia che cade sul pavimento. Una situazione che vive da diverso tempo con dignità e senza soldi il disoccupato portotorrese Proto Carta, 56 anni, il quale da quando sono morti i genitori ha cercato di sbarcare il lunario lavorando saltuariamente per i cantieri comunali. «Ho chiesto un aiuto più volte a sindaco, assessori e Servizi sociali - ricorda Proto - chiedendo una stanza dove un essere umano possa vivere dignitosamente e non rischiare di essere bagnato completamente dalla pioggia ogni volta che le condizioni meteorologiche sono avverse». Una camera da letto è chiusa perché è caduto il tetto, l’ingresso della casa (si fa per dire) è un miscuglio di acqua e fango dopo le ultime precipitazioni di questi giorni e dove dorme il disoccupato ci sono tre secchi per accogliere le gocce di pioggia che filtrano dal tetto. Una situazione inverosimile guardando anche il bagno e la cucina, dove ogni attrezzo è sistemato alla rinfusa e le simil prese elettriche sono davvero pericolose. «Quando lavoravo pagavo sempre le utenze elettriche - aggiunge Proto Carta -, ora che non possiedo alcun reddito sono in ritardo con alcune bollette. Non mi sono mai perso d’animo provando a chiedere un posto dove dormire in sicurezza, ma nessuno si è mai fatto avanti e meno che mai le istituzioni che conoscono bene la mia situazione». Nelle mattine soleggiate Carta si siede nelle panchine della piazza Umberto I, davanti al palazzo comunale, non disturba nessuno e spera vivamente che gli amministratori si dimostrino sensibili a un caso come il suo. Sopravvive in una casa di proprietà dei suoi genitori, che può cadere a terra da un momento all’altro, sapendo che tutta la sua vita è dentro una stanza malsana. Ha fatto regolare domanda pure per i 49 alloggi a canone sostenibile di edilizia pubblica residenziale di proprietà del Comune - in forte ritardo rispetto alla consegna che doveva avvenire ad aprile 2014 - ma nel frattempo non esiste alcuna graduatoria generale o subgraduatorie finalizzate all’assegnazione delle stesse case. Non si capisce se il ritardo nella consegna e nell’espletamento di tutte le competenze relative all’assegnazione di alloggi popolari è dovuto a problemi burocratici o ad altre dinamiche mai portate a conoscenza sinora (c’è anche una mozione della consigliera Paola Conticelli sull’argomento), ma resta il fatto che queste realtà alla fine generano situazioni complicate come quelle del disoccupato Proto Carta e di altri. L’emergenza abitativa va purtroppo in simbiosi con la disoccupazione, e dopo il crollo degli apparati produttivi sono aumentati vertiginosamente i numeri e a pagare per prime sono le persone sole costrette a vivere dentro una casa a serio rischio di crollo. L’amministrazione comunale ha già fatto una ricognizione degli immobili di proprietà pubblica, e tra i suoi programmi c’era pure la ristrutturazione di un edificio (l’ex presidio sanitario di via delle Terme) da destinare a dormitorio pubblico per gli indigenti e senza tetto.

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